«Ero al mio ultimo giorno di vacanze: avevo scambiato le uova per un rifiuto plastico. Quando mi sono accorto che si trattava di un nido di tartarughe, in attesa della Guardia Costiera, ho proceduto a proteggerlo, evitando che le onde potessero trascinare in mare le uova (ben 81)»
Nei giorni scorsi, nei pressi della Salina di Torre Colimena, è stato individuato il quinto nido di tartaruga marina (ne abbiamo dato notizia l’altro ieri).
Oggi Luciano Conti, il turista che per primo lo ha scoperto, racconta questa sua fantastica ed emozionante esperienza.
«Sono un istruttore di apnea responsabile dell’ASD “Un respiro nel Blu” (provincia di Bergamo) e da oltre 20 anni trascorro le vacanze in Salento e da 13 anche alcune attività didattiche per i miei allievi sempre nella vostra meravigliosa terra» la premessa di Luciano Conti, che ringraziamo anche per averci concesso di pubblicare alcune sue foto esclusive.
«Lunedì 7 agosto era il mio ultimo giorno di permanenza e con la mia compagna sono andato a Torre Colimena per salutare il mare prima di ripartire. Il mare mosso aveva creato uno scalino di sabbia e le onde hanno continuato ad eroderlo finchè non si sono scoperte le prime uova, che inizialmente ho scambiato per un rifiuto plastico (non mi aspettavo un nido di tartaruga così vicino al bagnasciuga). Appena ho capito che erano uova di tartaruga ho allertato la Guardia Costiera di Gallipoli, che ha attivato quella di Taranto.
L’onda però continuava ad erodere il nido e le prime uova erano state trascinate in mare. Ho proceduto a proteggere il nido come potevo mettendo alcuni sassi davanti alla camera delle uova. Un turista emiliano ha fortunatamente trovato un tronco e lo abbiamo posizionato come barriera. Le onde continuavano ad erodere la sabbia, ma con questa protezione c’era modo e tempo di rigettarla sul nido mantenendo una situazione stabile proteggendo le uova.
Nel frattempo la Guardia Costiera aveva inviato gli operatori della Riserva a presidiare ulteriormente il nido in attesa di soccorsi qualificati. Le onde però non si fermavano, il nido era sempre più a rischio e allora, tramite gli amici kayakisti di 18Meridiano, è stata attivata l’Oasi WWF di Policoro, che è intervenuta prontamente nell’arco di un’ora col dott. Gianluca Cirelli, biologo marino responsabile scientifico del Centro Recupero Animali Selvatici e Tartarughe Marine dell’Oasi.
Lui ha potuto manipolare correttamente le uova traslocando il nido in posizione sicura vicino alla duna. Il risultato è stato quello di aver datato il nido e aver recuperato 81 uova, alcune toccate dal mare e quindi probabilmente compromesse, ma la maggior parte in ottime condizioni.
Pochissime uova sono state risucchiate via dalle onde. Erano state deposte 48 ore prima secondo la valutazione del responsabile dell’Oasi e la schiusa è attesa tra 50/80 giorni.
Le operazioni di recupero e poi di riposizionamento del nido sono state omaggiate da due voli dei fenicotteri rosa della Salina, rendendo ancora più spettacolare l’evento naturale in corso e suscitando lo stupore e l’applauso di tutti i bagnanti. Una bella emozione per tutti e una catena di monitoraggio e intervento che ha funzionato molto bene».