In Puglia cittadino straniero violenta il figlio 11enne della moglie: arrestato
Ancora casi di violenza sessuale in Italia. Giornalmente, la cronaca narra di casi di violenza subita dalle donne: da quella sessuale, quindi anche fisica e psicologica, sino ai più cruenti femminicidi (in media uno ogni 2-3 giorni).
L’ultimo caso in cronaca riguarda la Puglia. In provincia di Foggia, un uomo straniero ha usato violenza al figlio 11enne della moglie. E’ stato arrestato dalla Polizia.
Ma l’episodio che ha scosso l’opinione pubblica è quello di Palermo: sette “esseri umani” (che di umano hanno solo le sembianze), di sesso maschile, hanno violentato una ragazza 19enne. Già, “il fatto del giorno” che provoca la reazione sui social: tutti si sconvolgono, insultando i mostri, che lo sono, anche se fino a ieri erano totalmente integrati in questa società. Mostri lo sono diventati perché una ragazza ha avuto il coraggio di denunciare una violenza così crudele (peraltro ripresa “minuto per minuto”, con commenti altrettanto agghiaccianti), che anche chi, di solito, è pronto a “censurare” il comportamento della ragazza vittima (“Ha bevuto, ha fumato, è uscita con sette ragazzi: se l’è cercata”), è stato molto più prudente…
La difesa dei ragazzi? Il solito clichè: la ragazza era consenziente…
Già, le donne rischiano di diventare doppiamente vittime: subiscono la violenza, sono additate come ragazze di facili costumi e poi diventano vittime anche di una giustizia che non sa comprenderle e tutelarle e di una società che alla fine le ha emarginate (perché la vergogna la fanno sentire alla donna violentata, come se la colpa alla fine piombasse sempre e comunque su di lei).
MA CHI SONO I MOSTRI? - Sono “uomini” che vivono accanto a noi. Sembrano normali, risultato di una educazione senza regole: i genitori li accontentano in tutto e magari li spingono a dimostrare la loro mascolinità cercando di ottenere sempre ciò che vogliono.
Quando si ritrovano in branco, si sentono forti, soprattutto se di fronte hanno una donna che non riesce a difendersi (ciò accade anche nei casi di bullismo). Sono talmente idioti che non si rendono conto di quanto brutale sia la violenza, dimostrando di non aver capito nulla della sessualità, che è un atto di amore, relazione, gioia comune. Per i “mostri” la sessualità è scambiata per un porno e, dunque, inutile sperare nella loro pietà per la vittima.
Chiaramente saranno difesi ad oltranza da chi li ha educati: i genitori. Già, per i genitori sono dei bravi ragazzi, buoni, mentre è la vittima che è una “poco di buono” e che li ha provocati.
Passerà un mese, forse due, è quest’indignazione che ha invaso questi giorni i social passerà. Passerà, come già accaduto dopo l’omicidio di Giulia e del bimbo che portava in grembo… E tutti saremo pronti per il nuovo caso di cronaca. Magari pronti ad indignarci nuovamente, ma anche a stigmatizzare quella ragazza, vittima di violenza, che aveva postato una foto sexy o che era uscita da sola con dei ragazzi. Già, colpevoli anche di non aver capito che devono stare attente agli “esseri umani” di genere maschile. Come se una nostra figlia o una nostra sorella non abbiano il diritto di essere libere e non per questo di essere punite dal branco…
INDIGNARSI NON BASTA PIU’ – Occorre intervenire al più presto, magari riformando e inasprendo le leggi che regolano questa materia, affinchè le donne possano sentirsi realmente tutelate. Occorre superare l’attuale senso di ingiustizia e solitudine, il dilagare delle dipendenze e la povertà economica e di sentimenti. Bisogna lavorare sull’aspetto culturale ed educativo.
Necessità, queste, che non devono venire a galla solo quando la cronaca propone casi così crudeli come quello di Palermo, per poi finire sistematicamente nel dimenticatoio…