La storia della mezzofondista di Noicattaro
Artrite reumatoide diagnosticata a sei anni, poi la Sindrome Schoenlein Henoch a nove, che l’ha costretta anche a un periodo in carrozzina. Infine in età adulta (durante la pandemia) il Morbo di Chron. E ciononostante non si è mai fermata e tra dieci giorni difenderà i colori azzurri a Trieste sotto la guida di coach Tonino Ferro.
E’ questa la storia, a lieto fine, di Rebecca Volpe, mezzofondista di Noicattaro in forza all’Alteratletica Locorotondo.
Decisivi per la chiamata gli ottimi tempi sulle lunghe distanze realizzati da Rebecca: quarto posto nelle graduatorie italiane U23 sui 10.000 con 37’14; sesto sui 5000 con 16’59. Interessante anche il 9’38 indoor sui 3000 (quinto posto).
Un’ottima atleta dunque, ma con una storia dura alle spalle.
Rebecca Volpe è stata convocata per la 1ª edizione dell’incontro internazionale U23 di corsa su strada in programma a Trieste domenica 15 ottobre sulla distanza dei 10km: è la prima convocazione in maglia azzurra.
«La telefonata che aspettavo da una vita – scrive sui suoi profili sociali Rebecca – Rappresenterò l’Italia
e lo farò con orgoglio e con onore. Quello che sognavo fin da bambina si sta realizzando. Sono orgogliosa di me per non aver mai mollato anche quando tutto sembrava nero, anche quando mi apostrofavano in modo negativo. Questo dimostra che la luce in fondo al tunnel c’è sempre e che i sacrifici e il duro lavoro pagano sempre. Dedico questa maglia azzurra alla mia famiglia a cui devo tutto, al mio mental coach Giuseppe Martucci, a tutti quelli che mi sono stati vicini ma il mio grazie più importante va al mio allenatore Tonino Ferro, l’uomo che mi ha trasformata dal nulla».