Scopo del monitoraggio è quello di evidenziare la pericolosità dell’impatto dell’inquinamento chimico sugli ecosistemi, andando ad esaminare contaminanti organici e inorganici che alterino l’equilibrio delle interazioni ecologiche chiave negli ecosistemi marini
Presso la Salina Monaci sono stati effettuati nei giorni scorsi i campionamenti di Artemia spp. nell’ambito di un complesso progetto di ricerca dell’Università della Tuscia denominato “Pahrasite in polluted waters: assessing the effects oh pahs on host-parasite interactions”.
Scopo del monitoraggio è quello di evidenziare la pericolosità dell’impatto dell’inquinamento chimico sugli ecosistemi, andando ad esaminare contaminanti organici e inorganici che alterino l’equilibrio delle interazioni ecologiche chiave negli ecosistemi marini analizzando l’interazione tra parassiti e loro ospiti.
Sarà valutato l’effetto degli inquinanti sugli aspetti comportamentali del sistema scelto e l’eventuale capacità del parassita del genere Flamingolepis di favorire la sopravvivenza dell’ospite in presenza di contaminanti ambientali.
Il progetto si inserisce nell’ambito del PNRR nelle misure di “Conoscenza, innovazione tecnologica e gestione sostenibile degli ecosistemi marini e della fascia costiera”, identificando i limiti e le criticità negli ecosistemi rispetto alle forti pressioni antropiche.
Il team di ricercatori era composto dai dottori Marialetizia Palomba, Gianpasquale Chiatante, Maria Luisa Vannuccini, Marta Favero ed Eleonora Di Basilio, supportati dallo staff delle Riserve Naturali.