Oggetto del convegno sono stati gli studi e i progetti che Massimo Tommasino ha lasciato incompiuti e che è ferma intenzione dei ricercatori appartenenti al suo pool portare a termine per la estrema rilevanza e per il notevole interesse nel settore oncologico
Ricercatori provenienti da varie nazioni, prevalentemente dagli Stati Uniti di America, si sono dati appuntamento a Manduria per dare vita ad un congresso in memoria di Massimo Tommasino che, in vita, organizzava, con cadenza biennale e nella sua cittadina natale, incontri scientifici che hanno visto la partecipazione anche di scienziati insigniti del premio Nobel.
Il convegno si è svolto presso la masseria “Specula”, ubicata in agro di Manduria: oltre ai partecipanti, altri ricercatori sono intervenuti per via telematica. In particolare stati stabiliti contatti con la università di Houston, con l’istituto europeo oncologico di Milano, con l’unica sede in Europa della organizzazione mondiale della sanità. Proprio presso questa struttura, ubicata in Lione, Massimo Tommasino ha svolto la sua attività per circa venti anni, dopo esperienze in America, Inghilterra e Germania. Oggetto del convegno sono stati gli studi e i progetti che Massimo Tommasino ha lasciato incompiuti e che è ferma intenzione dei ricercatori appartenenti al suo pool portare a termine per la estrema rilevanza e per il notevole interesse nel settore oncologico.
Non sono mancati momenti di autentica commozione affiorati soprattutto quando inevitabilmente si è dovuto fare riferimento alla attività scientifica e ai rapporti umani che Massimo Tommasino aveva svolto ed intessuto.
MASSIMO TOMMASINO - È stato ricercatore, poi group leader e capo dipartimento nei più importanti istituti di ricerca, negli Stati Uniti e in Europa. In Germania, ha lavorato nel German Cancer Research Center di Heidelberg, centro diretto da Harald Zur Hausen, insignito del premio Nobel per la medicina nel 2008 per le ricerche sul cancro della cervice e sul ruolo del papilloma virus nel suo sviluppo.
In Francia ha lavorato per 19 anni allo IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione, agenzia intergovernativa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Nel marzo dello scorso anno era stato direttore scientifico dell’Istituto Tumori di Bari.