«Si è perso molto tempo… Ecco le mie proposte. Ma servono degli investimenti: in questi tre anni sono mancati, mentre per svariate attività “ludiche e mondane” si è provveduto a spendere centinaia di migliaia di euro. Mi aspetto ci sia un drastico cambio di rotta…»
In preparazione del Consiglio comunale monotematico sui cattivi odori, abbiamo ascoltato le opinioni del consigliere comunale del Pd Agostino Capogrosso, presidente della quarta Commissione consiliare, che si occupa di Ecologia e Attività Produttive. Commissione che si è riunita nei giorni scorsi, avviando il lavoro che sarà poi portato all’attenzione del massimo consesso elettivo.
«Il problema dei cattivi odori ci investe trasversalmente incidendo quotidianamente sulla qualità della vita, ci costringe a serrarci in casa, costringe le attività di ristorazione a limitare l’uso dei dehor esterni per non dover “offrire” ai clienti odori da disgusto, incide sulla sfera turistico-ricettiva, nell'imbarazzo generale dei turisti e dei cittadini» la premessa del consigliere comunale Agostino Capogrosso.
«Ogni azione sinora compiuta da questa Amministrazione non ha portato di fatto ad alcun risultato tangibile, né in termini di individuazione delle responsabilità, né di conoscenza della salubrità dell'aria che respiriamo.
Il problema andava affrontato da subito, convocando i rappresentanti di maggioranza e opposizione, chiedendo con umiltà il supporto di tutti, per affrontare insieme, un tema di salute pubblica che riguarda tutti i cittadini! Invece, si è dovuto ricorrere alla convocazione di un Consiglio comunale monotematico, con una bozza di proposta di fatto priva di impegni concreti.
Tutto ciò, con la consapevolezza che la molestia olfattiva non può che derivare dal superamento dei limiti imposti agli impianti potenzialmente coinvolti o dall'inadeguatezza dei processi di lavorazione e movimentazione dei materiali o dei sistemi di abbattimento inefficaci attualmente adottati dai medesimi impianti».
L’ing. Capogrosso sintetizza i lavori svolti su questa tematica dalla Commissione da lui presieduta.
«Ne abbiamo discusso in Commissione. In qualità di presidente in carica della IV Commissione (Ecologia), ho chiesto che fossero forniti ai componenti, tutte le evidenze, i documenti e le interlocuzioni avute in questi tre anni di Amministrazione con gli organi di controllo e le autorità competenti. Senza dubbio, è stata prodotta una mole significativa di documenti, da cui tuttavia, ho rilevato lacune, assenza di riscontri, scelte sbagliate e poca “reattività” nel prendere in carico le precisazioni degli Enti stessi.
Una fra tutte, la nota di ARPA inviata al Comune di Manduria, già a gennaio 2023, in cui si legge: “È d‘altra parte necessario chiarire che i mezzi mobili per il monitoraggio della qualità dell’aria in dotazione ad ARPA, sono concepiti per il monitoraggio degli inquinanti in aria ambiente normati dal D. Lgs. n. 155/2010 come PM10, PM2.5, Benzene, Ossidi azoto (NOX), Ossidi di zolfo (SO2), Ossido di Carbonio (CO), ozono (O3).
L’unica sostanza odorigena monitorata dal laboratorio mobile è l’idrogeno solforato (H2S), inquinante che può essere emesso in svariati processi industriali, ma il cui monitoraggio, da solo, può non essere sufficiente a individuare o quantificare eventuali eventi di molestia olfattiva. Le molestie olfattive, infatti, sono generalmente prodotte da una miscela di sostanze che, avendo concentrazioni diverse e interagendo tra di loro, non è possibile determinare con singoli analizzatori automatici”.
Si è dovuto prendere atto quindi, che tale installazione, tanto ambita e decantata, non sarà affatto sufficiente per produrre uno studio olfattometrico rappresentativo, né potrà mai essere utile ad individuare con ragionevole certezza la provenienza dei miasmi olfattivi, dirimere l'annosa questione e identificare i soggetti responsabili.
E dunque, con la convocazione delle commissioni consiliari preposte, è venuta fuori la vera problematica da affrontare!
Ci son voluti 3 anni, decisamente troppo tempo!».
Il consigliere Capogrosso ha formulato delle proposte.
«Ho proposto in Commissione congiunta, la riformulazione del documento da portare in Consiglio comunale monotematico, basandolo sui seguenti punti principali:
- è assolutamente prioritario integrare la dotazione del mezzo mobile in uso, con ulteriori analizzatori specifici atti a rilevare, oltre all'idrogeno solforato (attualmente unico parametro odorigeno monitorato), anche altre sostanze o miscele di esse, potenzialmente responsabili delle molestie olfattive in atto;
- è necessario dar seguito alla costituzione di un team di professionisti, prevedendo il coinvolgimento delle Università con specifici progetti di ricerca o incarichi a docenti e professionisti di comprovata competenza in materia;
- occorre verificare lo stato dell'esposto presentato in Procura nel 2021 e su cui nessun riscontro ad oggi è mai pervenuto e di procedere eventualmente con una nuova denuncia all’autorità giudiziaria;
- sollecitare ARPA alla verifica sistematica dei limiti di emissione odorigena stabiliti nelle autorizzazioni di ciascun impianto e ad adottare specifici piani di contenimento delle emissioni stesse».
Importanti, infine, le conclusioni alle quali giunge Agostino Capogrosso.
«Poiché, come recita un vecchio nostro adagio “senza sordi no si canta messa”, e considerato che in questi tre anni non ci sono stati investimenti su tale problema, mentre per svariate attività “ludiche e mondane” si è provveduto a spendere centinaia di migliaia di euro, mi aspetto ci sia un drastico cambio di rotta, altrimenti anche il Consiglio monotematico del 22 novembre prossimo, sarà solo e semplicemente una “passerella”! Un'azione che non concretizzerà nulla, ma servirà solo all'intera Amministrazione per poter dire: “Ci siamo interessati del problema”!
Di fatto però il problema resta ... esattamente come per il sopralzo della discarica!».