sabato 23 novembre 2024


25/11/2023 09:02:58 - Manduria - Attualità

«Generazioni ancora capaci di rapportarsi con gli occhi in altri occhi, anzichè farlo con un display per l’80% di ogni giornata. Mai una bruttura. Mai una violenza. Se la ragazza del cuore ti lasciava e l’estate si faceva triste, c’era la gara delle amiche e degli amici a farti andare avanti, senza nessun whatsapp»

I recenti, tristi, avvenimenti in cui si sono registrate altre vittime al femminile per mani di uomini loro compagni e in cui si discute su influenze e retaggi di web e patriarcato, ci ha colpito una articolata riflessione, pubblicata sulla propria pagina web, di Antonio Ruggieri, che vi proponiamo.

«Quando stamattina sono arrivato nel parcheggio dove lavoro ero praticamente “esausto”, ma non ho volutamente spento la radio per vedere sino a che punto e di cosa dovrei ancora vergognarmi, in quanto uomo.

Poco più  di 3 km a sentire accuse che vertevano dal patriarcato, ad un presunto mondo maschilista fatto di violenti, di vessatori, fino alle pretese di mettere un intero popolo in ginocchio ad implorare perdono...

Così ho chiuso un attimo gli occhi, ho girato le chiavi che hanno tacitato macchina e radio ed ho usato la macchina del tempo.

Mi sono ritrovato nelle estati ‘78 o ‘79 o ‘80 o ‘81 o ‘82, giovane, capelli lunghi, sempre spettinati.

Oddio, mi son detto, sono finito nel pieno dell'epoca patriarcale e delle donne sottomesse: chissà che disprezzo se mi vedessero qui le “femmicomuniste”, che pretendono che ogni maschio si scusi per il solo fatto di esserlo.

Poi ho raggiunto gli amici in spiaggia.

Angelo, Salvatore, Giuseppe, Bruno, Vincenzo e tanti altri maschietti, Barbara, Annarita, Nunzia, Angelita, Marzia, Bruna, Adriana, Camilla e tante altre: tutti li a ridere e scherzare, senza nemmeno un codice comportamentale, senza attenersi al nuovo libro sacro con i comandamenti, incuranti di fischiettate, di battute, del fatto di prendere ora questa ora quell'altra amica in braccio per lanciarla in acqua tra le onde e le risate.

Ma attorno a me, da quella macchina del tempo, ho visto solo sorrisi.

Solo divertimento.

Solo armonia.

Nessun inquisitore della torre di controllo “di genere”,  a sanzionare vocaboli ed interdire comportamenti.

Nessun ipocrita censore pronto, col suo scudiscio, a colpire lo sguardo troppo eloquente, la battuta che diventava dichiarazione, le mani che si cercavano.

Ho visto solo ragazze felici di essere corteggiate, battutine comprese.

Ragazze sorridenti ancora capaci di arrossire e ragazzi premurosi, gentili, a gareggiare tra chi avrebbe accompagnato a casa la più carina del gruppo.

Ho visto insomma una generazione di gente sana, senza bisogno di alcun protocollo comportamentale vidimato ed emanato a mo di editto dal comando imperiale del gran disagio sociale nel quale viviamo oggi.

Ho visto ragazze accompagnate a casa la sera tardi che ti premiavano con sorrisi da fermarti il fiato, e ragazzi che tornavano verso il resto degli amici con gli stessi battiti di un centrometrista per un fugace bacio ricevuto a fil di labbra nell'intimità dell'angolo buio del giardino.

Ho visto insomma una generazione ancora capace di rapportarsi con gli occhi in altri occhi, anzichè farlo con un display per l’80% di ogni giornata.

Una generazione che parlava, anzichè chattare.

Una generazione per la quale i followers erano gli amici e le amiche in spiaggia di notte vicino al falò mentre suonava una chitarra, il like era una mano femminile che prendeva la tua andando verso i mosconi, e Tik Tok, un cerchio intorno alla solita panchina nella piazzetta di San Pietro nel quale raccontare barzellette a turno.

Mai una bruttura.

Mai una violenza.

Se la ragazza del cuore ti lasciava e l'estate si faceva triste, c'era la gara delle amiche e gli amici a farti andare avanti, senza nessun whatsapp.

E senza bisogno di dover venire nelle nostre scuole a spiegarci l'ovvio.

Oggi viviamo in una società malata, deumanizzata e sempre più alla deriva, con le forze del male a spingere sempre più prepotentemente verso un allontanamento legalizzato e legittimato da qualsiasi residuo valoriale.

Un'epoca nella quale se 3 imbecilli in una supercar lanciata a tutta velocità per la diretta Instagram centrano un'auto uccidendo un bambino e ferendo gravemente la madre, finiscono col guadagnare 300 mila nuovi followers in una notte.

Già solo questo scritto farà storcere una marea di piercing, capelli viola, e qualche lucchetto appeso al naso, alla pletora delle nuove generazioni.

Eserciti di soggetti che si muovono in branchi quando sono più soli che mai, incapaci di somatizzare e metabolizzare qualsiasi difficoltà.

Gente che instaura rapporti con uno smartphone ed alla prima prova seria della vita, a volte uccide.

Così poi ho aperto gli occhi.

2023.

6 e 20, ora di prendere lavoro.

Non prima di un altro momento, per pensare a quanta fortuna abbiano avuto certe generazioni senza nemmeno saperlo, salvo poi capirlo nel tempo in cui a fare un complimento ad una donna, c'è da pensare bene di prendere prima un avvocato.

Poi sono andato.

Senza sentirmi nemmeno un pò in colpa per essere nato maschio».

 

Antonio Ruggieri











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