venerdì 22 novembre 2024


09/01/2024 18:08:56 - Provincia di Taranto - Attualità

«Gli operatori del Pronto Soccorso del SS. Annunziata sono ormai allo stremo delle forze, costretti a gestire centinaia di accessi, subendo le conseguenze dirette delle lunghe attese dei cittadini»

Nelle ultime due settimane si è registrata anche a Taranto una vera e propria emergenza Pronto Soccorso, totalmente preso d’assalto e messo in ginocchio dalla recrudescenza dell’infezione da SARS-CoV-2 e dal picco dell’influenza stagionale che sta decimando pure le strutture sanitarie. Una condizione critica e da non sottovalutare affatto, che per essere parzialmente risolta necessita di interventi strutturali e immediati.

“Urge un confronto con il direttore generale dell’Asl Taranto Vito Gregorio Colacicco e il direttore del SET 118 Mario Balzanelli,  al fine di individuare le soluzioni più opportune per garantire un’ assistenza di qualità ai cittadini e decongestionare il Pronto Soccorso di Taranto”, afferma il presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche di Taranto, Pierpaolo Volpe che immagina una possibile via d’uscita:“Si potrebbe ipotizzare il potenziamento di tutti i punti di primo intervento, tra cui quello fondamentale del presidio ospedaliero San Giuseppe Moscati, per drenare i codici minori, decongestionando il Pronto Soccorso di Taranto, ma sarebbe importante avviare il fast track in tutte le zone presidiate dal Servizio 118. Per fare questo, però, è opportuno un confronto con la direzione strategica e il direttore del SET 118, in quanto va verificata la disponibilità di medici e infermieri e soprattutto vanno potenziati gli organici attuali”.

Il presidente dell’OPI Taranto, evidenzia come “i colleghi del Pronto Soccorso del SS. Annunziata siano ormai allo stremo delle forze, costretti a gestire centinaia di accessi, subendo le conseguenze dirette delle lunghe attese dei cittadini.

Anche il Servizio 118 è da settimane in allarme rosso a causa delle lunghe code di ambulanze ai Pronto Soccorso che sottraggono mezzi disponibili per la gestione delle patologie tempo-dipendenti” aggiunge ancora Volpe, che ci tiene a stigmatizzare gli episodi di violenza ai danni di personale sanitario accaduti di recente in strutture italiane, tra cui quello di Castellammare di Stabia, dove un’infermiera è stata presa a pugni.

“Sono profondamente scosso per quanto continua a succedere nei Pronto Soccorso e come Ordine prendiamo le distanze da queste aggressioni che offendono il lavoro di chi opera quotidianamente per la salute e si impegna con tutte le proprie forze per funzionare bene un servizio fondamentale per la comunità. Servono interventi seri e maggiore sicurezza per restituire agli operatori la giusta dignità professionale”. 

Tornando alle questioni nostrane, Volpe rinnova il grido d’allarme al Governatore Emiliano e alla politica locale. 

È necessario che si proceda subito allo sblocco delle assunzioni in quanto i reparti sono ormai stracolmi di persone da assistere in carenza cronica di personale. C’è una vera e propria emergenza nel presidio ospedaliero SS Annunziata dove la carenza di infermieri e di operatori socio sanitari in reparti sovraffollati, con persone ricoverate che superano anche il limite massimo di dieci, sta mortificando la professione e la qualità dell’assistenza. Ricordo alla politica regionale che affermare che la Puglia ha rispettato i Lea, non ci fornisce alcuna informazione sulla ‘qualità dell’assistenza offerta al cittadino’ e sulla ‘qualità delle prestazioni erogate’. Senza il corretto fabbisogno di personale,potremo anche erogare prestazioni per il rispetto dei Lea, ma queste non raggiungeranno mai gli standard di qualità che un cittadino si attende”.

Infine, anche un passaggio sulle condizioni proibitive in cui si trovano ad operare gli infermieri in servizio presso il carcere di Taranto.

“Questa è un’altra piaga poiché i  colleghi in servizio nella casa circondariale sono pochi e vivono in costante affanno essendo impegnati nella presa in carico di un numero decisamente spropositato di detenuti in situazioni spesso con elevata complessità assistenziale. Rischiano tanto sulla propria pelle e quindi occorre individuare pure per loro delle soluzioni che possano migliorare la sicurezza delle cure”.  











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