«Non avete il Manduria nel cuore!»
Riceviamo, e pubblichiamo, un comunicato del gruppo ultras del Manduria. Ecco il testo.
«Siamo stati sempre estranei alle vicende politiche, siamo stati comunque sempre tifosi di qualsiasi sindaco che abbia governato la nostra città affinché si facesse il bene della nostra Manduria. C’è chi con il suo operato c’è riuscito, c’è chi c’è riuscito in parte e c’è chi ha fallito in pieno!
Questa città merita almeno di essere rispettata e informata su ciò che accade sul palazzo!
Veniamo a ciò che sta accadendo in questo periodo per ciò che riguarda il rifacimento del manto erboso allo stadio Nino Dimitri. I lavori dovevano terminare entro 90 giorni, con inizio dei lavori metà settembre.
Questi lavori si sono protratti ben oltre questi termini e circa 1000/1500 tifosi aspettano con ansia la loro “casa “. Ricordiamoci che il nostro Comune ha contratto un mutuo per il finanziamento dei lavori e quindi sono soldi dei cittadini e nessuno ci sta regalando niente! Ogni domenica ci tocca andare a giocare su altri campi, privandoci dell’unico diversivo che questa città offre. Ricordiamo che non abbiamo un teatro, un cinema, un palazzetto: il nulla. Abbiamo solo discariche e futuri depuratori.
Il giorno 21 gennaio avremmo dovuto giocare la finale di andata di Coppa Italia contro il Molfetta nel nostro stadio, ma ancora oggi non è stato neanche montato il manto in erba sintetica. Ancora oggi nessuno ci comunica in via ufficiale dove giocare! La cosa che ci fa più rabbia è il silenzio e l’indifferenza nella mancanza di informazione e comunicazione ai cittadini/tifosi!
Per una questione di rispetto e per poterci organizzare al meglio, i Gruppi Ultras attendono entro e non oltre domenica 14 gennaio una risposta certa se si giocherà al Dimitri o altrove! A spese nostre abbiamo organizzato una coreografia degna di altra categoria, senza chiedere nulla a nessuno, perché per amore verso la nostra città e la nostra maglia siamo quelli che rendono viva questa valle di lacrime!
Non avete il Manduria nel cuore!».