I professionisti del comparto, oltre ad essere «costretti a prestazioni continue, a volte anche oltre l’orario previsto, devono sostituirsi alle professionalità mancanti»
“Nella sanità tarantina c’è squilibrio tra servizi da garantire e dotazione organica ed ogni giorno vi è un attacco sistematico ai diritti dei lavoratori e dei cittadini. Siamo vicini al punto di non ritorno e la direzione aziendale deve agire subito con passi chiari e decisi, prima che sia troppo tardi” : è quanto scrive Giuseppe Lacorte, della segreteria Cisl Fp territoriale, in una nota indirizzata ai vertici della ASL TA.
I professionisti del comparto, sostiene Lacorte oltre ad essere “costretti a prestazioni continue, a volte anche oltre l’orario previsto, devono sostituirsi alle professionalità mancanti” ed evidenzia “la situazione degli Operatori Socio Sanitari langue da troppo tempo, con un fabbisogno enorme a opprimere tutte le realtà sanitarie del territorio e non va meglio al personale infermieristico, ostetrico, tecnico e tecnico sanitario; tutte carenze che le stesse direzioni dei diversi presidi per prime denunciano a scusante delle criticità che affliggono il personale.”
Una menzione particolare viene dedicata dal segretario Cisl Fp territoriale al “personale amministrativo da cui dipendono gli acquisti di beni e servizi, le attività stipendiali e legali, quelle formative etc.
Già il PIAO 2023/2025 adottato dalla ASL TA con DDG 226/23, che identificava in 391 unità il totale del personale amministrativo, era stato ritenuto insoddisfacente dalla Cisl Fp, questo perché a fronte di quasi 6000 lavoratori l’incidenza degli amministrativi risulta inferiore al 7% del totale, ovvero, oltre due punti sotto la media nazionale che è del 9.7%. A peggiorare i dati appena richiamati le recenti dimissioni a vario titolo e mai sostituite”.
Di questi giorni la notizia che la carenza di funzionari ha complicato la vita a un centinaio di professionisti sanitari, tutti oramai “ex eroi”, che non si sono visti accreditati la 13^ mensilità di dicembre. Lavoratori abbandonati nello sconforto di non sapere come far fronte agli impegni economici di fine anno, soprattutto chi è monoreddito.
Lacorte punta, inoltre il dito sull’operato del governo regionale, sostenendo che “gli impedimenti assunzionali imposti, sono frutto di una visione politica miope, inconcepibile, incurante della grave situazione in cui versano le aziende sanitarie pugliesi e le loro dotazioni, Taranto su tutte. Nel solo presidio ospedaliero centrale che eroga l’assistenza ospedaliera attraverso il P.O. SS. Annunziata; il S.G. Moscati e il S. Marco di Grottaglie, rispetto al Piano del Fabbisogno 2021/2023 mancano all’appello oltre 300 lavoratori del Comparto. Questo non è altro che un ulteriore colpo ben assestato alla sanità pubblica; ai suoi lavoratori e lavoratrici, sempre più divisa tra coloro che si rivolgono al privato e coloro che sono costretti a rinunciare alle cure perché non possono permettersele.”
La nota rileva ancora che “nelle more delle autorizzazioni regionali che non arrivano mai, serve sostituire il personale in gravidanza, in aspettativa e con gravi patologie, superando l’impossibilità di sostituire il personale infermieristico e OSS assente per lungo tempo perché non vi sono graduatorie utilizzabili in tutto il territorio regionale. Come pure necessario è risolvere in fretta il problema delle graduatorie ancora valide che vengono ripercorse più volte senza riuscire ad assumere nessuno, E’ quanto accade per esempio in queste ore per i Tecnici Sanitari di Radiologia Medica.”
Viene richiesto, infine “un immediato impegno relativamente alle progressioni verticali di n. 18 posti di Assistenti Amministrativi e n. 24 posti di Collaboratore Amministrativo Professionale, già disposto con DDG n.1258 del 14.06.2022 ed alla successiva DDG 2575/2022, che alla luce della penuria innanzi richiamata risultano immotivatamente ferme.”
La segreteria provinciale della Cisl Fp, è la conclusione di Giuseppe Lacorte “fa molto affidamento sull’operato della Direzione strategica sapendo che qualche passo avanti si può fare, dando respiro finalmente ai reparti in affanno e garantendo un’attività assistenziale adeguata. Serve però farlo in fretta perché nelle decisioni regionali fin qui subite, non c’è nulla che faccia lontanamente pensare a un cambio di passo nella direzione del rilancio della sanità pubblica che il territorio ionico merita e nessuno deve fare finta di non capire che, per assistere la popolazione che invecchia occorre mettere in campo quanto previsto dal DM 77/22 e dal PNRR, ma le strutture e la tecnologia da sole non bastano. Occorrono professionisti sanitari e amministrativi poiché senza di loro non può esserci né assistenza e né salute”.