giovedì 21 novembre 2024


18/01/2024 11:48:05 - Avetrana - Attualità

«Le mie mani, come il mio cuore, tremano per ogni persona che nella fascia di terra calpestata dal Cristo, cada per mano di un altro essere umano. Fratelli e sorelle continuano ad ammazzarsi perché sono Ebrei, perché sono Palestinesi»

Riceviamo, e pubblichiamo, delle riflessioni della consigliera comunale Rosaria Petracca (Rilanciamo Avetrana) sulla ormai prossima Giornata della Memoria.

«La prima volta che ho sentito la parola olocausto avevo tra i nove e dieci anni. La data è certa perché è segnata dalla mia storia. Ricordo che la sentii al termine di un film terribile, che mi tenne ferma e dolente davanti alla tv. Erano tempi in cui la tv riempiva l’intero mobile e si accendeva da una cassetta di ferro.

Erano tempi in bianco e nero. Ricordo di aver provato orrore, ma anche curiosità e dolore. L’orrore era per il mucchio di ossa che si portavano dietro uomini imprigionati. Il dolore davanti alla morte. La curiosità invece è stata una domanda che mi ha accompagnato a lungo: come può essere?

La mia vita, intrecciata con la mia storia, mi ha portata a percorrere strade in cui le pietre d’inciampo erano fari che segnavano la strada. La mia vita si è intrecciata con battaglie contro l’omologazione, il giudizio, l’immagine. La mia natura è un impasto di amore verso ogni creatura e ho il difetto di non aver mai visto le differenze. Quel film mi aveva posto davanti ad una realtà: la morte arriva, in forme terribili, dal tuo vicino di casa e la tua colta è essere.

La tua colpa è essere ebreo, essere omosessuale, essere rom, sinti, indegno perché disabile.

Quel film mi ha mostrato una follia collettiva. E in tutta la mia vita la domanda è stata sempre: come può essere?

Ho sempre ricordato il 27 gennaio, perché ho memoria. Ho pianto, dialogando con Elisa Springer sul sagrato della chiesa Madre. Ancora oggi non riesco a vedere un film, un documentario che parli di ciò che il fascismo fece agli italiani e di ciò che il nazismo fece in Europa.

E anche quest’anno, alle porte di un nuovo 27 gennaio, mi ritroverò ad avere le mani tremanti davanti ad una tastiera per ricordare quella terribile pagina di storia.

E il 27 gennaio 2024 le mie mani, come il mio cuore, tremano per ogni persona che nella fascia di terra calpestata dal Cristo, cada per mano di un altro essere umano. Inascoltato il verbo del Cristo, la sua dichiarazione d’amore per l’essere umano, dispersa dal vento e dalla sabbia.

E lì nei posti in cui la sua voce riempiva gli spazi, proprio lì fratelli e sorelle si ammazzano perché sono.

Perché sono Ebrei, perché sono Palestinesi».

 

Rosaria Petracca

e tutto il gruppo consiliare di Rilanciamo Avetrana











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