In una rivendita di carni e generi alimentari del centro di Taranto, sono stati rinvenuti vari alimenti di origine animale in evidente stato di decomposizione, privi di etichettatura sulla tracciabilità ed altri confezionati scaduti da tempo e messi in vendita
La Polizia di Stato insiste nei controlli finalizzati a porre un freno al dilagante problema della vendita di prodotti alimentari potenzialmente dannosi per la salute dei consumatori.
I poliziotti del Commissariato Borgo, unitamente a personale dell’ASL di Taranto, durante un pattugliamento in Via del Ponte a Taranto, hanno sottoposto a controllo un furgone di colore bianco che si aggirava da tempo in zona.
Da accertamenti esperiti presso la Banca Dati è emerso che sia il conducente che il passeggero erano gravati da diversi precedenti penali, mentre all’interno dello stesso erano stipati circa 30 kg di novellame di sarde ed alici, meglio noto come “Faloppa”, la cui pesca e vendita sono vietate dalla legge, in pessime condizioni igienico sanitarie e senza che il mezzo fosse idoneo al trasporto di prodotti alimentari.
Il medico veterinario dell’Asl ne ha disposto l’immediata distruzione mediante affondamento in mare.
Il titolare è stato deferito all’autorità giudiziaria perché ritenuto presunto responsabile del reato di commercio di sostanze alimentari nocive ed in cattivo stato di conservazione.
Durante i successivi controlli all’interno di un’attività commerciale di vendita di carni e generi alimentari sita in una centralissima via di Taranto, gli investigatori del Commissariato Borgo, con la consueta collaborazione del personale S.I.A.N. (Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione) e personale del settore veterinario dell’Asl di Taranto, hanno riscontrato gravi problemi a livello strutturale in quanto gli ambienti non rispettavano le norme per poter aprire un’attività commerciale.
Oltre a questo, all’interno del negozio sono stati rinvenuti vari alimenti di origine animale in evidente stato di decomposizione, privi di etichettatura sulla tracciabilità ed altri confezionati scaduti da tempo e messi in vendita.
Da accertamenti più approfonditi, è emerso che l’attività era autorizzata alla vendita al dettaglio di carni confezionate, mentre di fatto venivano vendute carni macellate pur non essendocene i requisiti.
Le carni erano stoccate in una cella frigorifera e lavorate in una piccola area del locale adibita ed improvvisata a macelleria, in condizioni igienico sanitarie pessime.
I prodotti alimentari rinvenuti sono stati sequestrati: oltre 250 kg di carni varie e 34 kg circa di prodotto ittico.
Il personale veterinario Asl ha disposto la distruzione degli alimenti privi di tracciabilità ed in cattivo stato di conservazione, mentre il personale SIAN ha disposto la sospensione dell’attività commerciale fino al ripristino delle condizioni igienico sanitarie previste per legge.
Il titolare, invece, è stato denunciato all’autorità giudiziaria perché ritenuto presunto responsabile del reato di commercio di sostanze alimentari nocive ed in cattivo stato di conservazione e sono state elevate a suo carico sanzioni amministrative per totale di 4500 euro.
Si ribadisce per gli indagati vige il principio della presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva.