Si abbassa l’età media del giocatore patologico e per questo i progetti, ideati dal Dipartimento di Dipendenze Patologiche per prevenire e sensibilizzare anche sulla dipendenza dalle nuove tecnologie, si rivolgono alle diverse età
Si è tenuta stamattina, presso la Direzione Generale della ASL Taranto,la conferenza stampa di presentazione delle attività di prevenzione e sensibilizzazione sul gioco d’azzardo patologico e sulla dipendenza dalle nuove tecnologie. Pensate e progettate dal Dipartimento Dipendenze Patologiche della Asl Taranto, queste attività rientrano nel Piano di attività per il contrasto al gioco d’azzardo patologico della Regione Puglia. “Gli studi e l’esperienza ci mostrano come, negli ultimi anni, anche a causa dell’isolamento dovuto alla pandemia Covid, il gioco d’azzardo patologico e la dipendenza da nuove tecnologie siano cresciute e, dato ancora più preoccupante, colpiscano persone sempre più giovani – ha affermato il Direttore generale Gregorio Colacicco – Per questo, il ricco carnet di iniziative e progetti di prevenzione e sensibilizzazione messo in campo questo nuovo anno è fondamentaleper i più giovani ma senza escludere gli altri, poiché raggiungerà tutte le fasce d’età.”
Alla presenza dei partner e delle istituzioni che collaborano a queste attività, la direttrice del Dipartimento di Dipendenze Patologiche Vincenza Ariano ha illustrato le attività fondamentali che saranno messe in atto: “Considerata la trasversalità e la complessità delle dipendenze comportamentali, quindi del gioco d’azzardo patologico e dipendenza dalle nuove tecnologie, si è reso necessario mettere in atto nuove azioni di prevenzione, capaci di raggiungere tutte le fasce d’età, dall’infanzia all’età adulta, nei diversi luoghi di aggregazione come ad esempio la scuola, i teatri. Continueremo a incontrare giovani e adulti, coinvolgendoli in un modo “sano” di usare i device e saremo supportati dalle competenze delle università e di altri attori specializzati nella prevenzione.”
Numerosi i progetti che saranno realizzati e che sono stati presentati dagli stessi partner del Dipartimento Dipendenze Patologiche. Alcune di queste attività si sono già concretizzate negli anni passati, come la rassegna Dependence Day e la cooperazione con il Teatro Pubblico Pugliese che, grazie a modalità comunicative e espressive dell’arte e del teatro, offrono momenti di riflessione e sensibilizzazione. Nelle scuole tornerà FreeLudo, il progetto dedicato ai bambini della scuola primaria. Ci saranno esposizioni itineranti che uniscono fotografia e scultura e installazioni temporanee realizzate da artigiani e artisti dell’Associazione Sano/Sano di Grottaglie e corsi di scacchi organizzati da Abfo (Associazione benefica Fulvio Occhinegro) e dedicati a bambini e ragazzi socialmente svantaggiati, ma anche il coinvolgimento di associazioni e luoghi di aggregazione per la realizzazione di attività riabilitative diverse dall’attività clinica, con la collaborazione delle Comunità terapeutiche che operano nell’ambito delle dipendenze patologiche; grande attenzione alla ricerca, con la realizzazione di uno studio con l’Università degli Studi di Bari volto a indagare se c’è una componente genetica nelle dipendenze comportamentali; un evento nazionale in primavera, dedicato a tutta la popolazione, organizzato con l’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche GAP e Cyberbullismo (Di.Te.) che è uno dei player più autorevoli sul tema del disagio psicologico e sociale causato dalle patologie internet correlate e con il quale, già lo scorso settembre, Asl Taranto ha organizzato una giornata formativa per il personale sanitario e le altre figure professionali coinvolte in questo tema.
Il Servizio Gioco d’azzardo e Dipendenze Comportamentali, operativo dal 2005 all’interno del Dipartimento Dipendenze Patologiche, si occupa di diagnosi, cura e riabilitazione delle dipendenze comportamentali, si occupa anche di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, nonché di attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza. Consta di una équipe multidisciplinare coordinata dalla dottoressa Katia Pierri, psicologa e psicoterapeuta, e che comprende, oltre a lei, uno psicologo psicoterapeuta, un medico, due assistenti sociali e un educatore professionale. Attualmente il servizio ha in carico 230 utenti: i nuovi ingressi sono stati 69 nello scorso anno e già 5 in queste prime settimane del 2024 e in oltre due casi su tre si tratta di persone poco più che maggiorenni. Per la cura, è necessario intraprendere un percorso lungo, che dura un anno, un anno e mezzo, e consiste in almeno un appuntamento ogni due settimane, seguito poi da controlli periodici. Richiede molto impegno e il coinvolgimento non solo della persona interessata dalla dipendenza ma anche del sistema familiare e della rete sociale che la circonda, poiché spesso le dipendenze comportamentali si manifestano laddove vi sono altre situazioni critiche da affrontare. La giovane età delle persone in carico, se da un lato è preoccupante, dall’altro permette un intervento su persone che non hanno un lungo vissuto di dipendenza e permette di raggiungere buoni risultati, compensando e portando in remissione il disturbo.
Le attività del 2024 – Il dettaglio
Numerose le attività che saranno realizzate. Ci sarà il progetto realizzato insieme ad Abfo (Associazione benefica Fulvio Occhinegro) che si rivolge ai bambini e alle bambine di scuola primaria e secondaria di primo grado provenienti da contesti culturali socialmente svantaggiati: attraverso il gioco degli scacchi con i maestri della federazione, bambini e ragazzi vengono accompagnati in un percorso di gioco sano. Ai ragazzi nelle scuole è rivolto anche il progetto realizzato con l’Associazione Sano/Sano di Grottaglie: è stato realizzato un “gioco”, un laboratorio esperienziale con manufatti artistici in ceramica e cartapesta che sarà portato nelle scuole e farà provare ai ragazzi le emozioni e il disorientamento tipiche del giocatore d’azzardo patologico, e una mostra fotografica.
Non rivolto solo ai ragazzi, ma pensato per le persone di ogni età, il “Disconnect Day”, uno speciale appuntamento nazionale dell’Associazione DITE (Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche GAP e Cyberbullismo) che, promosso da Asl Taranto, quest’anno sarà realizzato a Taranto sabato 18 maggio e, grazie a laboratori, esperienze, talk ed eventi, darà la possibilità anche agli adulti di avere informazioni e un utile confronto con gli esperti per la promozione del benessere digitale.
La Comunità Emmanuel organizzerà per gli utenti già in carico al Servizio delle attività riabilitative diverse dall’attività clinica, tenute da esperti e finalizzate alla reintegrazione sociale a alla cura di sé: ci saranno incontri di attività motoria, musicoterapia, cineforum, laboratori creativi, orto sinergico, che potranno favorire il benessere e la riuscita del percorso di cura.
Torna “Dependence Day”, rivolto agli studenti delle scuole secondarie con la consueta collaborazione dell’attore Marco Bellocchio, quest’anno si sposterà da Martina Franca a Grottaglie e consiste in incontri nelle scuole con laboratori di scrittura creativa e rappresentazioni teatrali a tema seguite da un dibattito con gli esperti; continua anche l’accordo di cooperazione con il Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con le compagnie teatrali Crest di Taranto e Teatro delle Forche di Massafra, che solo lo scorso anno ha coinvolto attivamente, attraverso incontri e laboratori teatrali, oltre mille studenti delle scuole superiori di Taranto e provincia.
Quest’anno si tiene nuovamente il progetto di prevenzione primaria “FreeLudo”: avviato lo scorso anno – tra i primi in Italia – e realizzato con NapsLab, ha l’obiettivo di coinvolgere e sfidare i bambini (dai 6 agli 8 anni di età) ad adottare comportamenti più sani e sensibilizzare e informare gli adulti di riferimento e la comunità educante sui rischi delle dipendenze dal gioco d’azzardo. FreeLudo è una piattaforma ICT che, attraverso giochi interattivi adatti ai bambini, porta alla sensibilizzazione sul tema delle dipendenze patologiche da gioco d’azzardo e alla promozione del “gioco sano”, oltre che alla raccolta di dati relativi a potenziali comportamenti a rischio di minori delle scuole primarie del territorio, nel pieno rispetto della privacy.
Grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Bari, sarà realizzato uno studio sulla vulnerabilità genetica nelle dipendenze comportamentali, condotto dal genetista Mario Ventura, professore ordinario di Genetica.