I numeri nel convegno organizzato dal Nuovo Sindacato Carabinieri
A Taranto, in questo primo mese del 2024, sono stati già 10 gli ammonimenti da parte del Questore, negli ambiti delle misure di prevenzione previste nei casi di violenza domestica e stalking, mentre nel 2023 sono stati in totale 103.
Sono i numeri emersi questa mattina nel corso del convegno “Codice Rosso, tra legge ed empatia, il delicato ruolo delle forze di polizia con le vittime di violenza”, organizzato dalla segreteria nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC), presso la Sala degli specchi del Comune di Taranto ed illustrati nel suo intervento dal commissario capo della Polizia di Stato Margherita Micelli Ferrari, seduta al tavolo dei relatori in rappresentanza della Questura di Taranto.
L’evento patrocinato dal Comune, ha visto altri autorevoli interventi da parte del comandante provinciale dei Carabinieri di Taranto, colonnello Gaspare Giardelli; del sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, dottoressa Francesca Colaci; della presidente dell’Accademia della Legalità Paola Vegliantei e del segretario generale del sindacato di Polizia di Stato Siap Giuseppe Tiani.
Gli ospiti, accolti dall’assessore al patrimonio del Comune di Taranto Carlo Palmiro Liuzzi e da Massimiliano Zetti e Nicola Magno, rispettivamente segretario generale e segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri, hanno offerto interessanti spunti di riflessione sul tema.
Il comandante provinciale Giardelli ha spiegato quanto sia importante la sinergia tra forze di polizia e autorità giudiziaria nel trattare casi di violenza e maltrattamenti, sottolineando però la necessità di una svolta culturale perché questo tipo di fenomeno non si combatte solo con la repressione, ma soprattutto con l’educazione in quanto è un fenomeno altamente in crescita: a Taranto, 1 intervento su 5, riguarda violenza domestica.
La dottoressa Colaci ha invece spiegato cosa prevede la Legge 69/2019, cosiddetta “Codice Rosso”, illustrando sia la parte investigativa che il ruolo dell’autorità giudiziaria, organizzata in un vero e proprio pool dedicato a questa tipologia di reati.
Importante anche l’intervento di Giuseppe Tiani del Siap e di Paola Vegliantei, i quali hanno sottolineato l’importanza di non focalizzarsi su una battaglia di genere, ma di condannare la violenza nel suo insieme, portando esempi anche di diversi uomini, a loro volta, vittime di violenza.
Oggi, il personale di polizia – come ha precisato il Commissario Capo Micelli Ferrari – è altamente preparato e già solo attraverso una telefonata riesce a comprendere se una donna sia in pericolo. Gli operatori di polizia, tra l’altro, oggi dispongono del sistema “scudo”, nel quale vengono periodicamente effettuati inserimenti su liti in famiglia che permettono così di avere un quadro della situazione in caso di successivo intervento.
Al convegno hanno preso parte anche le sigle sindacali di Arma e Polizia di Stato, tra cui Unarma con il segretario Antonio Nicolosi; Silp Cgil con l’intervento del segretario provinciale Rosario Lima; Fsp Polizia di Stato con il provinciale Rocco Caliandro e il regionale Daniele Gioia; il Sap con il vice segretario regionale Fabio Dimonte.
«Un momento di confronto – ha precisato il numero uno di NSC Massimiliano Zetti – che per noi significa scambiare idee e capire quali sono le criticità e cosa occorre per tutelare al meglio e garantire la massima efficienza da parte di chi indossa l’uniforme».