venerdì 22 novembre 2024


01/02/2024 12:54:33 - Provincia di Taranto - Attualità

«L’agricoltura – spiega il presidente De Padova - non può attendere i tempi della burocrazia italiana anche perché, in seguito all'attuale andamento stagionale, alcune colture hanno già esigenze irrigue»

Manutenzione e pulizia dei canali insufficiente, basso livello idrico negli invasi e stagione irrigua potenzialmente a rischio. È il grido d’allarme lanciato dall’area Due Mari Taranto-Brindisi di Cia Agricoltori Italiani di Puglia per ciò che concerne la porzione di territorio che ricade nella zona occidentale della provincia di Taranto, più precisamente da Ginosa a Palagianello.
«Siamo preoccupati e raccogliamo i dubbi e le perplessità dei nostri associati» ha ammesso il presidente dell’area Due Mari della Cia, Pietro De Padova. «La stagione irrigua è alle porte – ha riferito – e le lungaggini burocratiche rallentano il processo di insediamento del nuovo consorzio di bonifica unico a cui noi continuiamo ad opporci per via di una gestione a nostro avviso estremamente complicata: la Puglia è infatti ricca di colture e terreni diversi. Di conseguenza, ci sono esigenze territoriali diverse che non si possono ignorare né tantomeno trascurare.
L'agricoltura – ha spiegato il presidente De Padova - non può attendere i tempi della burocrazia italiana anche perché, in seguito all'attuale andamento stagionale, alcune colture hanno già esigenze irrigue. A nostro modestissimo avviso occorre avviare la stagione irrigua 2024 come lo scorso anno per evitare complicazioni e danni alle colture».
De Padova, inoltre, ha parlato dei noti problemi legati ai cambiamenti climatici a cui gli agricoltori pugliesi, compresi quelli del Tarantino, ormai devono far fronte: «Abbiamo vissuto un inverno avaro di precipitazioni piovose – ha riferito il presidente – e periodi con temperature a doppia cifra. Il caldo sta per arrivare e questo aumenta le nostre preoccupazioni».
È toccato poi al direttore dell’area Due Mari della Cia, Vito Rubino, rincarare la dose a difesa di un comparto ormai martoriato: «Ogni anni – ha riferito il direttore - siamo costretti a commentare le stesse situazioni e a far fronte alle stesse problematiche. Attualmente, come spesso è accaduto in passato, il livello dell’acqua negli invasi non è sufficiente a soddisfare le esigenze dell’intero territorio.
Inoltre, lamentiamo assenza totale di manutenzione e impianti sempre più vetusti ed abbandonati al loro destino. Urge ammodernare il canale “Adduttore San Giuliano”: la maggior parte del percorso che l’acqua compie è a cielo aperto – ha ricordato Rubino – perciò sarebbero opportuno intubarlo e dotare gli impianti di sgrigliatori per ridurre drasticamente la formazione di mucillagine, fenomeno che la scorsa estate ha tormentato i nostri agricoltori a causa delle altissime temperature».
«Ci risulta – ha aggiunto il direttore di Cia Due Mari - che risorse pari a circa 8 milioni, derivanti da una delibera CIPE mai revocata, sarebbero ancora ferme presso il ministero.
Quelle risorse erano destinate a realizzare un invaso in località Lama, nell’agro di Castellaneta Marina, ma a nostro avviso potrebbero essere trasferite per realizzare nuove infrastrutture, attualmente carenti o come detto vetuste, su gran parte del territorio occidentale della provincia di Taranto.
Occorrerebbe redigere un progetto complessivo per ammodernare tutta la rete irrigua del consorzio "Stornara e Tara" – ha concluso Rubino – ed oltre ai già citati fondi ministeriali pensiamo a quelli del Pnrr. Il tempo ovviamente stringe perciò urge intervenire a tutela dell’intero comparto».











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