Sono cinque le vittime: Antonio Brunetti, Vincenzo Pietro Dilauro, Gregorio Memmi, Donato Sabatelli e Gregorio Salvatore Scialpi
Giorno del Ricordo: i cittadini manduriani vittime delle foibe. Sono elencati in un comunicato diffuso oggi dal Comune di Manduria.
Questi i loro nomi.
Antonio Brunetti, nato a Manduria il 31/12/1914, appartenente all’Arma dei Carabinieri. Catturato da partigiani slavo-comunisti assieme al Commilitone Giorgio Centa di anni 21. Risulta scomparso. Infoibato o diversamente massacrato (Medaglia d’Onore / Legge 92/2004).
Vincenzo Pietro Dilauro, nato a Manduria il 21/10/1922, appartenente alla Polizia di Stato, questura di Gorizia. Catturato da partigiani slavo-comunisti a Gorizia il 03/05/1945. Infoibato o diversamente massacrato (Medaglia d’Onore / Legge 92 / 2004).
Gregorio Memmi, nato a Manduria il 10/02/1922, appartenente alla Guardia di Finanza, catturato da partigiani slavo-comunisti. Massacrato in agro di Cattaro (Montenegro) il 30/04/1944.
Donato Sabatelli, nato a Manduria il 31/1/1920, Sergente nella Guardia Nazionale Repubblicana, 5 Reggimento, catturato con otto commilitoni in un’imboscata l’11/11/44. Seviziato e ucciso il 19/11/44 a Pulfero, provincia di Udine.
Gregorio Salvatore Scialpi, nato a Manduria il 12/10/1911, Appuntato della Guardia di Finanzia, ucciso a Trieste il 3/5/1945 (Medaglia d’Onore / Legge 92 / 2004).
«Erano tutti giovani cittadini di Manduria che non fecero più ritorno nella loro terra natale, privati per sempre dell’abbraccio caloroso delle loro famiglie, cui rivolgiamo ancor oggi il cordoglio dell’Amministrazione comunale e di tutta la cittadinanza, avvertendo l’urgenza di respingere, nel ricordo del loro sacrificio, ogni atto che si ispiri alla violenza, alla discriminazione, ad ogni forma di ingiustizia» è riportato nella nota del Comune di Manduria.
«Viviamo una nuova e terribile stagione, travolta da nuove guerre, da nuovi eccidi, e dal ripudio dei Valori essenziali di civiltà e giustizia, col rischio di un drammatico coinvolgimento generale, se non anche planetario. Quei Nomi, assieme a quelli di tutte le altre Vittime delle foibe, esprimono un imperativo categorico: il ripudio della guerra, per una vera cultura della solidarietà e della pace».