Il gesto sarebbe scaturito da alcuni screzi con il proprietario del mezzo distrutto, “colpevole” di avergli ricordato di dover pagare le spese condominiali
Il 12 febbraio scorso, a Taranto, poco prima delle quattro di notte, un veicolo ha preso improvvisamente fuoco. Era parcheggiato sulla pubblica via, di fronte all’abitazione del proprietario, un pensionato di settant’anni.
Le fiamme, nonostante il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco, hanno distrutto completamente l’autovettura – non assicurata per questa tipologia di danni – e danneggiato parte del veicolo di un altro pensionato residente nella stessa via.
La presenza, a terra, di tracce di liquido infiammabile e l’inconfondibile odore di benzina nell’aria hanno fatto immediatamente comprendere la natura dolosa dell’incendio.
Oggi, a distanza di un mese dall’evento, grazie all’accurata attività di indagine dei Carabinieri della Stazione di Taranto Principale, il presunto responsabile è stato individuato e portato in carcere.
I militari hanno acquisito le immagini di videosorveglianza presenti lungo la via e, scandagliando fotogramma per fotogramma, sono riusciti ad individuare il momento in cui qualcuno ha lanciato sull’auto della benzina e un pezzo di diavolina accesa. Altre telecamere hanno permesso di capire da quale punto esatto è stato lanciato il liquido che ha innescato l’incendio, permettendo di giungere all’identificazione del presunto responsabile: un cinquantaseienne in regime di detenzione domiciliare. L’uomo, forse convinto che il buio potesse nasconderlo e proteggerlo da sguardi “indiscreti”, non si è accorto di essere ripreso dalle telecamere, mettendo in atto un gesto che sarebbe scaturito da alcuni screzi con il proprietario del mezzo distrutto, “colpevole” di avergli ricordato di dover pagare le spese condominiali.
L’ufficio di Sorveglianza, a seguito della ricostruzione degli investigatori dell’Arma, ha emesso un decreto di sospensione della misura alternativa in atto e ripristino del regime ordinario in carcere.
L’arrestato, quindi, fatta salva la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, è stato condotto nel carcere di Taranto.