La maturità di Diadji: «Sono contento di aver parlato a lungo con Donato Carluccio e ho compreso quanto sia sinceramente dispiaciuto. Oggi ho un amico in più»
Una frase razzista pronunciata, probabilmente in un momento di trance agonistica, dal calciatore Carluccio (Nuova Avetrana) all’indirizzo del calciatore Diadji (Virtus San Pancrazio Salentino) è stata, una decina di giorni fa, una pagina brutta del calcio dilettantistico locale. Frase che il giudice sportivo ha punito infliggendo 10 turni di squalifica a Carluccio e uno per la reazione (a dir la verità, comprensibilissima) a Diadji.
Ma domenica, a mente fredda, è arrivato il lodevole gesto distensivo di Carluccio (immortalata nella foto scattata da
Carmelo Mazzotta di San Pancrazio), che ha chiesto scusa al collega calciatore
Queste le parole di Carluccio:
«Avrei voluto parlare prima, ma poteva sembrare che stessi cercando un modo per non subire una squalifica pesante. Ora che il giudice sportivo si è pronunciato, voglio porgere le mie scuse per quanto accaduto domenica scorsa.
Lo avevo già fatto in privato, ma credo sia giusto farlo pubblicamente. Tutti possiamo sbagliare ma le persone mature sono quelle che hanno il coraggio di ammetterlo e di chiedere scusa. Chiedo scusa a Diadji per la frase pronunciata che non appartiene alla mia cultura ed ai valori che i miei genitori mi hanno trasmesso; chiedo scusa ai miei compagni di squadra, alla società Avetrana ed al San Pancrazio ed in generale a tutti coloro che ho offeso con le mie parole.
Abbiamo parlato a lungo io e Diadji e sono certo che ha compreso tutto il mio rammarico per quanto è accaduto».
Queste le parole di Diadji:
«Sono contento di aver parlato a lungo con Donato Carluccio e ho compreso quanto sia sinceramente dispiaciuto. Oggi ho un amico in più».
Sulla vicenda interviene anche la società “Nuova Avetrana”.
«In campo può succedere di tutto. L’agonismo che ti induce a litigare, a dire parole negative anche con l’amico più stretto che fino a qualche giorno prima giocava in squadra con te, può portare due compagini amiche a creare risse per una parola brutta o un calcio tirato con più forza, un pallone gettato via, una spinta …
Ma, usciti fuori da qual rettangolo di gioco, si ritorna ad essere più amici di prima.
È anche questo lo spettacolo dello sport, del calcio.
È tutto il resto che lo circonda, dalle critiche esterne, ai commenti fuori luogo sui social, agli insulti gratuiti che sono il marcio.
Noi vogliamo uno sport così: tanto agonismo, ma tanta lealtà, amicizia e fratellanza».