venerdì 22 novembre 2024


10/05/2024 17:00:44 - Provincia di Taranto - Attualità

Si tratta di una sirenetta alta 1,70: verrà esposta come simbolo del capoluogo ionico

Nel 1999 Vincenzo Paolillo era stato campione italiano al concorso ‘Pane e Arte’ di Verona, dove aveva gareggiato con una statua di Padre Pio a grandezza naturale. Nel 2004, alla Mostra Pane in Piazza in Piazza Ferrarese, erano state esposte altre sue grandiose opere di pane: la Sacra Famiglia, La Pietà e dei contadini alti 1.30 che mostravano tutte le fasi della produzione del pane, dalla semina, alla trebbiatura e molitura fino alla cottura del prodotto.

Vincenzo Paolillo, 59 anni, titolare del Fornaio dei Mulini Vecchi, a Barletta, in via dell'Industria 109, volontario di ‘Pane in piazza’, manifestazione benefica finalizzata ai progetti dei Missionari Cappuccini di Milano, partecipa all’Ego Festival 2024 di Taranto con una delle sue creazioni straordinarie fatte di pane: la sirenetta simbolo della città, realizzata con gli scarti della produzione del suo forno in altezza naturale (170 cm) e un quintale e 40 di peso.

La manifestazione enogastronomica pugliese, che si terrà il 10 e 11 maggio, come si sa, richiama chef famosi e stellati, pizzaioli, fornai da tutto il mondo che fanno della città una capitale del gusto. Grazie a Paolillo quest’anno l’organizzazione ha voluto celebrare ogni forma di arte ispirata al pane. La sirenetta sarà esposta al Relais Histò per i due giorni per poi rimanere alla organizzazione della kermesse.

Ego Festival aveva chiesto a Vincenzo Paolillo un'opera ispirata al capoluogo ionico: “Io ho pensato subito al mare – racconta lui -. Così ho iniziato a plasmare un fondale marino con capesante, granchi, cavallucci marini, murene e persino un copertone bruciato, per ricordare che purtroppo sui fondali marini si trovano anche questi oggetti inquinanti. In seguito ha aggiunto la sirena, in riferimento alle 4 iconiche sirene che circondano la scogliera del Castello di Taranto. Poi ho montato le due parti, il corpo e la coda. L'opera l’ho dedicata ad un mio caro amico, Antonio Caruso, scomparso di recente e a sua volta legato al mondo della panificazione. Per realizzare la scultura ho impiegato una settimana e sono serviti 200 kg di impasto”.

Queste opere di pane necessitano di cure ed attenzioni- continua Paolillo -. Ogni 6 mesi vanno congelate per 3 giorni in un cella frigorifera dedicata, con una temperatura che oscilli fra i -25 e i -40 gradi”.

Vincenzo conserva ancora un presepe che ha 15 anni! Sono numerose infatti le creazioni artistiche nate negli anni dalle mani e dall’ingegno di Paolillo: alla 22ªMostra Pane in Piazza del 2004 a Piazza Ferrarese, una zona storica di Bari, sono state esposte diverse sue sculture come la Sacra Famiglia, La Pietà, e dei contadini alti 1.30 che mostravano tutte le fasi della produzione del pane, la semina, la trebbiatura, la molitura fino alla cottura del prodotto.

Già nel 1999 Vincenzo Paolillo era stato campione italiano al concorso ‘Pane e Arte’ di Verona, dove aveva gareggiato con una statua di Padre Pio a grandezza naturale.

Fin da piccolo ero attratto dalle costruzioni, in particolare quelle navali - ricorda-. Mi affascinava vedere nei cantieri le grandi barche da pesca e penso che questa passione mi abbia ispirato poi nel lavorare artisticamente il pane”.

Un hobby che Paolillo coltiva nel tempo libero dai suoi impegni professionali di fornaio e imprenditore della sua azienda. Il forno aperto dai primi del ‘900 e specializzato in prodotti a base di lievito naturale, realizzati con farina macinata a pietra, è infatti solo l’ultima fase di una serie di attività di filiera, dalla semina di propri terreni agricoli, alla lavorazione nei mulini, sempre di proprietà, alla vendita del prodotto finito.

La passione per il pane e i suoi simboli di fraternità e di pace hanno portato Paolillo a far parte del team di ‘Pane in piazza’ che nel 2025 lo porterà a Milano a sfornare capolavori appetitosi per una importante raccolta fond, al seguito della famiglia Marinoni.

Conosco i Marinoni perché facevo parte dell’associazione del mitico Antonio, giunto alla presidenza mondiale, e oggi collaboro con piacere e la stessa vocazione con il figlio Cesare, che ne porta avanti le tradizioni”.

 











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