«Quanto vale la salute e la vita dei tarantini? Quant’è giusto spendere per proteggerla?»
Cisl Funzione Pubblica di Taranto e Brindisi scrive al governatore Emiliano. L’oggetto è la spesa farmaceutica nella provincia di Taranto. Ecco il testo.
«Il clamore mediatico e l’atteggiamento polemico riguardante la spesa farmaceutica nel territorio jonico, che chiaramente non ha come obbiettivo principale la Salute dei cittadini, ad avviso della scrivente è pericoloso, inaccettabile e strumentale.
Viene criticata genericamente la spesa senza avere, evidentemente, una conoscenza adeguata del contesto territoriale e del quadro epidemilogico, peggio, lo si disconosce! E’ quanto accaduto lo scorso 8 aprile, in Iª Commissione Bilancio Finanza Programmazione del Consiglio Regionale, dove si è affermato e messo agli atti, che la spesa farmaceutica della ASL TA, che si discosta in pejus da quella delle altre AA.SS.LL, non è giustificata da un particolare quadro epidemiologico.
Affermazioni a nostro avviso imprudenti, non ragionate e disconoscenti studi scientifici epidemilogici consacrati da atti pubblici locali e regionali. Sarebbe sufficiente richiamare alcune delibere di Giunta regionale, tra cui la 129/2018, la 688/2022, la 1707/2023 e da ultimo la 327 del 18 marzo 2024 (Approvazione schema di Addendum alla Convenzione tra Regione Puglia e Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, per l’attivazione della Scuola di Medicina a Taranto. Variazione al bilancio di previsione 2024-2026 ai sensi dell’art. 51 del D. Lgs. 118/2011 e ss. mm. e ii.), che afferma:
“L’area di Taranto è al centro di una vera e propria emergenza ambientale, sanitaria e sociale. L’area industriale di Taranto rientra fra i 41 siti di interesse naturale (SIN), definiti come “aree contaminate molto estese classificate come pericolose dallo Staio Italiano e che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee per evitare danni ambientali e sanitari”. Negli studi promossi dal Ministero della Salute volti ad affrontare il profilo sanitario delle popolazioni residenti nei siti contaminali all’interno del Programma strategico nazionale “Ambiente e Salute”, coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è emerso, per il SIN di Taranto, un quadro di mortalità definito “critico” per un aumento della mortalità dei residenti soprattutto per alcune forme tumorali e per le malattie cardiovascolari e respiratorie, nonché un aumento della mortalità infantile e delle malformazioni congenite”.
E’ ovvio, ma evidentemente non a tutti, che quanto sopra riportato determina un aumento della richiesta di salute e di spesa farmaceutica indipendente dalla diretta responsabilità ascrivibile alla figura del direttore generale dell’Azienda sanitaria.
Taluni sembrerebbero non accorgersi che per fortuna vi è una continua immissione in commercio di nuovi farmaci innovativi più efficaci che permettono di curare patologie complesse e di prolungare/salvare la vita dei pazienti, che però hanno un alto costo. Per esempio per le patologie onco-ematologiche, che hanno un’incidenza epidemiologica altissima nel territorio tarantino, i farmaci biologici e le oramai famose terapie con cellule CAR-T hanno ricadute pesantissime sulla spesa, infatti ogni ciclo terapeutico supera le 300.000 euro per singolo paziente.
Le patologie croniche legate all’esposizione all’amianto a Taranto superano i 30.000 casi. Persone che, gioco forza, necessitano di una intensità di cure e di un impegno di spesa farmaceutica superiore alla normalità.
Non può sfuggire a chi ha l’obbligo di rappresentare tutti i cittadini appartenenti a tutte le longitudini territoriali pugliesi, che quasi la metà della spesa farmaceutica tarantina è indotta, ovvero, causata da prescrizioni effettuate da altre strutture sanitarie regionali (soprattutto dal Policlinico di Bari) ed extraregionali, che ovviamente sfuggono al controllo del direttore generale della ASL TA. Non dovrebbe sfuggire neppure che i direttori generali delle AA.SS.LL. non possono intervenire in via diretta sull’appropriatezza prescrittiva, perché tale competenza è affidata in modo esclusivo allo specialista.
Questi sono alcuni esempi che, sommati al più alto tasso regionale di pazienti affetti da patologie bronco-pneumoniche, da scompenso cardiaco, da diabete e ipertensione arteriosa, giustificano a nostro avviso la spesa, salvo che, non si voglia sostenere che la bilancia del decisore regionale penderà a favore dell’interesse economico a scapito del bene dell’uomo.
Quindi la domanda che ora ci facciamo e Le facciamo è: quanto vale la salute e la vita dei tarantini? Quant’è giusto spendere per proteggerla?
La decisione è affidata alla Sua politica!».