In carcere un 43enne e un 45enne
La Polizia di Stato ha arrestato due uomini originari di Manduria perché ritenuti presunti responsabili dei reati di resistenza, ricettazione e possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso.
Il personale del Commissariato di Manduria, nell’ambito di mirati servizi volti al contrasto dei reati predatori ed in particolare al diffuso fenomeno dei furti di autovetture, ha messo in atto un’attenta attività di perlustrazione nelle zone di campagna del comune messapico dove abitualmente vengono occultate le auto rubate.
Percorrendo a bordo della Volante una sconnessa strada rurale, i poliziotti hanno scorto una Toyota Yaris ben nascosta tra i cespugli. Il conducente, un 34enne del posto, alla vista dell’auto della Polizia, ha cercato la fuga prima compiendo spericolate manovre e successivamente provando a scappare a piedi nelle campagne circostanti. Il suo tentativo di fuga è stato ben presto reso vano dai poliziotti che dopo qualche concitato minuto lo hanno bloccato.
Gli agenti hanno notato sopraggiungere un Fiat Doblò a velocità sostenuta con al volante un uomo che sorpreso dalla loro presenza ha provato ad allontanarsi.
Anche in questo frangente al termine di un difficoltoso inseguimento, sulle sconnesse e pericolose strade di campagna il fuggitivo - un manduriano di 45 anni - è stato bloccato.
Le indagini, attraverso anche la consultazione delle banche dati in uso alle forze dell’ordine, hanno permesso di verificare che i due in recenti controlli di polizia erano stati trovati più volte insieme e che fossero presumibilmente dediti ai furti di auto.
Nel cofano del Doblò è stata rinvenuta una cassetta da lavoro con all’interno arnesi usati abitualmente per rubare autovetture ed i successivi controlli hanno anche permesso di accertare la proveniva furtiva dell’utilitaria nascosta tra i cespugli che era stata rubata alcuni giorni prima in provincia di Brindisi.
Trasmessi gli atti all’autorità giudiziaria competente, i due con a carico numerosissimi precedenti penali per reati contro il patrimonio, sono stati arrestati e condotti presso la casa circondariale del capoluogo jonico.
Per i due indagati vige la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva.