venerdì 22 novembre 2024


11/07/2024 16:57:04 - Provincia di Taranto - Attualità

Gli operatori chiedono maggiori controlli contro la prassi della re-immersione delle cozze di provenienza greca nelle acque del mar Piccolo

L’Ufficio Demanio marittimo del Comune di Taranto, a partire dallo scorso 3 luglio, ha attivato un front office al quale rivolgersi per ricevere informazioni circa la corretta procedura da seguire in merito all’iter amministrativo di unificazione delle concessioni demaniali marittime. L’unificazione delle concessioni per le attività della mitilicoltura rappresenta un passo fondamentale per le attività del settore,

“L’unificazione delle concessioni è – commenta Luciano Carriero, presidente dei mitilicoltori di Confcommercio Taranto - il risultato di un percorso di confronto e di collaborazione con l’Amministrazione comunale, un passo fondamentale per la sostenibilità e la competitività economica del settore. L’unificazione porta ad un risparmio significativo sui canoni (circa 5mila euro all’anno) ed è un incentivo per lo sviluppo economico della mitilicoltura tarantina. Un settore in crescita che registra entusiasmo e voglia di riscatto da parte degli operatori sempre più consapevoli del vantaggio economico rappresentato dall’ adozione e dal rispetto delle regole. Di qui l’impegno anche da parte dei mitilicoltori più reticenti a regolarizzare le proprie posizioni e ad adottare un modello di produzione che garantisca la continuità del reddito.

Un impegno che va premiato attraverso la maggior tutela della produzione locale della Cozza Nera del mar Piccolo. Purtroppo continuiamo a registrare, nonostante l’ordinanza sindacale lo vieti, la immissione nelle acque del Mar Piccolo del prodotto di provenienza greca”.

Dal settembre del 2022 – come è noto - non è possibile la re- immersione di prodotti importanti o comunque non autoctoni. Una misura voluta dalla Amministrazione locale per tutelare la biodiversità della Cozza di Taranto, Presidio Slow Food, per proteggere il delicato ecosistema del mar Piccolo e non da ultimo per sostenere la mitilicoltura tarantina. Purtroppo, dopo un periodo di attenuazione del fenomeno, la prassi della re- immersione ha ripreso vigore ed oggi è praticata in barba ai divieti.

“Ogni giorno riceviamo – stigmatizza Carriero - decine di segnalazioni, fotografie da parte degli operatori che vedendo quel che accade in Mar Piccolo, sotto i loro occhi, si sentono giustamente beffati, dopo tanti sacrifici fatti per mantenere i livelli di qualità della cozza tarantina, in linea con il disciplinare Slow Food.

La produzione locale quest’anno è di eccellente qualità, le acque del Mar Piccolo sono ad un livello di temperatura che ci consente, se tutto va bene, di arrivare ad uno smaltimento sereno della produzione (tra gli 80 ed i 100 mila quintali) già entro fine mese. Abbiamo bisogno però di vendere il nostro prodotto, e di non preoccuparci della concorrenza sleale, fatta sulla nostra pelle. Il mar Piccolo appartiene alla mitilicoltura tarantina e non può essere usato per ‘mettere a bagno’ le cozze greche che poi arrivano in pescheria con la falsa dicitura ‘Cozza di Taranto’. Attenzione a quel che acquistate o che mangiate al ristorante, anche quando trovate la dicitura ‘Cozza di Taranto’ non è detto che lo sia realmente.

Concludendo, i mitilicoltori tarantini chiedono che i controlli siano attuati con più frequenza e con maggiore capillarità e che vengono messe in atto tutte le misure utili a tutelare il prodotto locale. 

La salvaguardia della produzione tarantina della Cozza Nera deve essere un impegno ed una sfida del territorio, perché la mitilicoltura ionica rappresenta un simbolo identitario di Taranto”.











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