Al momento della nascita pesava appena 500 grammi. Nei lunghi mesi di degenza ogni segno di miglioramento – il passaggio all'assistenza respiratoria meno intensiva, l'incremento di peso oltre il chilogrammo, il passaggio all'alimentazione enterale esclusiva, il primo attacco al seno della madre, il trasferimento in culla e tutti gli step delle varie fasi della crescita – furono vissuti dallo staff della TIN con la necessaria cautela, ma anche con intenso entusiasmo e soddisfazione
Vivere fuori dal grembo materno per un neonato nato alla 23esima settimana di gestazione è molto complicato, ma le attuali competenze mediche lo rendono sempre più possibile. A testimoniarlo è la storia di speranza di Arianna Pia, nata lo scorso marzo e immediatamente affidata alle cure della Terapia Intensiva Neonatale di Casa Sollievo della Sofferenza.
Dopo i primi 4 mesi di vita vissuti in ospedale, finalmente mamma Maria Grazia e papà Davide, residenti a Castelluccio dei Sauri, un piccolo paese della provincia di Foggia, sono tornati a casa con la loro piccolina. Ad un mese dalle dimissioni, stentano ancora a credere di poterla stringere tra le braccia nella quotidianità domestica e ripensano spesso ai tempi in cui affrontavano ogni giorno ore di viaggio per poterla vedere nella sua culletta in ospedale.
Arianna Pia è una bimba arcobaleno, così vengono definiti i bambini nati dopo un lutto perinatale, «con la nuova gravidanza – racconta mamma Maria Grazia – ero costantemente monitorata, ma purtroppo a 23 settimane mi diedero la notizia che avrei dovuto partorire nonostante l'intervento di cerchiaggio fatto poco tempo prima. Io e mio marito eravamo terrorizzati di rivivere lo stesso dolore provato in precedenza».
Arianna Pia è venuta alla luce nel Punto Nascita dell'Unità di Ostetricia e Ginecologia di Casa Sollievo con parto naturale e pesava appena 500 grammi. «Il momento in cui nacque fu un insieme di gioia e sofferenza – confessa Maria Grazia – non poterla prendere tra le braccia, non poter sentire il suo pianto, non poterla nemmeno vedere subito dopo il parto fu dolorosissimo, ma ci affidammo completamente all'equipe della Terapia Intensiva Neonatale di Casa Sollievo».
Nell'esatto momento in cui un neonato di 23 settimane di età gestazionale nasce, vengono immediatamente valutate le sue condizioni cliniche: «Immediatamente dopo la sua nascita – afferma Antonio Ciro Mondelli, medico responsabile del Reparto di Neonatologia di Casa Sollievo – Arianna Pia venne portata in TIN dove, giorno per giorno, è stata accompagnata in un percorso personalizzato di crescita e sviluppo con l'obiettivo di garantire sempre la migliore qualità di vita possibile».
I progressi della bambina arrivarono piano piano: il lento sviluppo degli organi, i primi grammi presi sempre con in cuore la speranza di vederla presto “fuori pericolo”. «Poi un giorno ci dissero che finalmente potevamo stringerla tra le braccia, con la kangaroo therapy – continua Maria Grazia –. Lo facevamo ogni giorno, io e mio marito. I tanti chilometri e le ore di viaggio che dovevamo affrontare quotidianamente per poterla vedere si annullavano in quel caldo abbraccio in cui sentivamo tutta la sua voglia di vivere».
Nei lunghi mesi di degenza ogni segno di miglioramento – il passaggio all'assistenza respiratoria meno intensiva, l'incremento di peso oltre il chilogrammo, il passaggio all'alimentazione enterale esclusiva, il primo attacco al seno della madre, il trasferimento in culla e tutti gli step delle varie fasi della crescita – furono vissuti dallo staff della TIN con la necessaria cautela, ma anche con intenso entusiasmo e soddisfazione.
Finché, 113 giorni dopo la sua nascita, a Maria Grazia e Davide fu comunicata la grande notizia: «ci è parsa come una grande vittoria, finalmente era arrivato il giorno di portarla a casa con noi. Sinceramente non ce lo aspettavamo così presto per l'età gestazionale in cui era nata ma pesava oltre i 2220 grammi ed era fuori pericolo» continua mamma Maria Grazia.
«Adesso Arianna Pia sta bene - conclude il neonatologo - ma continuerà ad essere monitorata in modo costante così da poter intervenire tempestivamente laddove si presentino eventuali patologie legate alla nascita prematura. La nostra equipe si pone sempre l'obiettivo di promuovere il massimo potenziale di sviluppo di ogni neonato nato pretermine, anche e soprattutto una volta tornato a casa».
«In questo lunghissimo percorso – concludono i neogenitori – tutti i medici e le infermiere facevano parte di noi. Erano la nostra seconda famiglia ma soprattutto la seconda famiglia di Arianna Pia. L'hanno accompagnata nel suo percorso di crescita mettendoci sempre il cuore. Gentili e soprattutto pieni di esperienza, ci hanno sempre confortato senza mai darci false speranze e illusioni. Abbiamo volutamente scelto Casa Sollievo della Sofferenza per far nascere Arianna Pia e siamo davvero grati a questo ospedale, in particolare a tutto staff del Punto Nascita e dell'Unità di Ostetricia e Ginecologia, ma soprattutto all'equipe di Neonatologia».
(Fonte e foto sito internet di Casa Sollievo della Sofferenza)