A Manduria Consiglio Comunale monotematico sulla sanità, allargato ai sindaci della zona
«L’ospedale “Marianna Giannuzzi” non si tocca».
Il Consiglio Comunale di Manduria e i sindaci dei comuni del versante orientale della provincia jonica si mobilitano per difendere il presidio ospedaliero della città messapica. E, presto, approveranno un documento congiunto, in un secondo momento sottoposto anche all’attenzione del direttore generale della Asl jonica, che sarà invitato per una successiva seduta del massimo consesso elettivo manduriano.
La seduta è stata aperta dall’intervento del consigliere comunale del PdL, Vincenzo Andrisano, primo firmatario della richiesta della seduta, il quale ha ricordato il problema cronico della carenza di medici nel servizio di Radiologia (spesso i pazienti vengono dirottati in altri ospedali della provincia), nonché quella di posti letto nei reparti di Ortopedia e Medicina.
Lo stesso Andrisano ha poi posto l’accento su un altro aspetto preoccupante: l’originario Piano di Riordino Ospedaliero approntato da Fitto prevedeva, per il “Giannuzzi”, 223 posti letto; successivamente, nell’ultimo P.A.L., i posti letto scesero già a 167; con l’ultimo piano varato dall’attuale governatore Vendola i posti letto “crollano” sino a 120.
Dopo Andrisano è intervenuto il sindaco Paolo Tommasino, in quale ha rimarcato l’importanza del “Giannuzzi” sia per la sua posizione strategica al centro delle tre province salentine, sia per la difficoltà che gli utenti della zona hanno nel raggiungere gli ospedali di Taranto a causa dei disagiati collegamenti stradali esistenti.
Quindi è stato dato il via agli interventi dei sindaci degli altri comuni della zona.
«Sono scoraggiato dagli eventi politici che si susseguono» sono state le prime parole del dott. Giuseppe Turco, sindaco di Torricella. «Credo sia un grave errore quello che la Regione sta commettendo: non si possono fare tagli per 450 milioni di euro, per poi sperare di ricevere dallo Stato … 500 milioni di euro. Se ci fosse un buon assessore al Bilancio, che dovrebbe anche difendere le istanze di questo territorio, si preoccuperebbe di trovare i fondi diversamente: risparmiando sulla spesa farmaceutica, tagliando i rami secchi, istituendo un centro unico di spesa a livello regionale, per fare degli esempi. Il mio consiglio? Secondo me il PAL, non essendo stato sottoposto all’attenzione dei sindaci, è illegittimo: andrebbe presentato un ricorso».
E’ stata poi la volta del sindaco di Lizzano, avv. Macripò.
«Basta poche cifre per capire cosa c’è alla base di questo Piano» ha affermato Macripò. «Nel 2005 il governatore Fitto lasciò la sanità con un attivo di 9 milioni di euro; Vendola ha invece quest’anno un disavanzo di 12 milioni di euro. E non è giusto che siano gli utenti a pagare per errori dei politici».
Macripò ha poi criticato il suo collega di Grottaglie, Bagnardi, che nella recente riunione dei sindaci della provincia ha descritto come fatiscente l’ospedale di Manduria, pur di cercare di difendere l’esistenza del nosocomio della sua città.
Infine il centrosinistra: con gli interventi di Filomeno (SEL) e Vico (Democratici) hanno difeso lo spirito del Piano, criticando invece i tagli del governo centrale.