L’elettroporazione, a differenza delle tecniche di ablazione utilizzate finora, sfrutta campi elettrici pulsati che, anziché generare calore, agiscono selettivamente sulle cellule bersaglio del tessuto cardiaco
La fibrillazione atriale è l’aritmia più comune: colpisce circa l’1-2% della popolazione nei paesi occidentali con un’incidenza che aumenta con l’età; una percentuale destinata ad aumentare velocemente se si considera l’invecchiamento generale della popolazione. È una condizione rara in età giovanile, ma colpisce il 5% degli adulti, arrivando fino al 20% delle persone over 80 anni e a parità di età è maggiore nei maschi rispetto alle femmine. La patologia, che determina un disturbo del ritmo cardiaco, è spesso associata a sintomi invalidanti che se trascurati possono portare a complicanze importanti, quali l’ictus e lo scompenso cardiaco.
Città di Lecce Hospital, ospedale di Alta Specialità accreditato con il SSN che fa parte di GVM Care & Research, è la prima struttura a Lecce, tra le poche in Puglia, a introdurre l’ablazione con Elettroporazione, una tecnica rivoluzionaria e non termica per il trattamento delle aritmie, che riduce i tempi di trattamento e le complicanze.
“L’elettroporazione - spiega il dott. Paolo Artale, responsabile dell’Unità operativa di Aritmologia ed Elettrofisiologia di Città di Lecce Hospital - è una innovativa tecnica di ablazione non termica che impiega una corrente di altissimo voltaggio a campi elettrici pulsati a cui si espone il tessuto da trattare per un tempo ridottissimo, nell’ordine dei microsecondi, in modo da indurre micro rotture della membrana cellulare, che arrestano l’aritmia senza effetti collaterali sugli organi vicini”.
L’elettroporazione, a differenza delle tecniche di ablazione utilizzate finora, sfrutta campi elettrici pulsati che, anziché generare calore, agiscono selettivamente sulle cellule bersaglio del tessuto cardiaco. I benefici sono chiari: le zone del cuore non trattate durante l’ablazione vengono protette con un livello di sicurezza e salvaguardia senza precedenti. Questo processo richiede meno tempo per raggiungere l'effetto desiderato, riducendo la durata complessiva della procedura. Inoltre, grazie alla precisione dell'elettroporazione, sono necessari meno interventi di controllo e aggiustamenti, ottimizzando ulteriormente i tempi di trattamento.
“La terapia per la fibrillazione atriale è inizialmente farmacologica, utilizzando farmaci antiaritmici, la cui efficacia si attesta intorno al 65%. In caso di efficacia la terapia va assunta indefinitamente - continua il dott. Artale -. Laddove questi risultassero insufficienti, si interviene per via percutanea (senza incisione chirurgica) attraverso ablazione, con tecnica transcatetere con radiofrequenza o crioterapia, che “cicatrizzano” il tessuto responsabile del battito irregolare. Questo approccio, però, presenta dei limiti: radiofrequenza e crioterapia sono forme di erogazione di energia che possono provocare danni collaterali ai tessuti adiacenti l’area bersaglio, come per esempio esofago o il nervo frenico, con conseguente paralisi del diaframma, muscolo fondamentale per la respirazione”.
L’elettroporazione rappresenta quindi una rivoluzione nell’ambito dell’elettrofisiologia perché consente di raggiungere percentuali di successo procedurale più elevate, soprattutto nelle forme complesse di fibrillazione atriale, senza danneggiare i tessuti cardiaci circostanti.
I pazienti candidati al trattamento della fibrillazione atriale con elettroporazione sono sia quelli di età più giovane, per i quali si ricerca un trattamento immediatamente efficace per evitare farmaci a lungo termine e la progressione della malattia, ma soprattutto quelli in età più avanzata, vista la bassissima incidenza di complicanze tipica di questa tecnica, con grande vantaggio nei pazienti più fragili.
“L’ablazione con radiofrequenza è ancora oggi necessaria nei pazienti con fibrillazione atriale in cui si debba intervenire anche in altre sedi cardiache oltre alle vene polmonari, che sono il target dell’ablazione della fibrillazione atriale - spiega il dott. Artale-. La terapia farmacologia è, invece, necessaria nelle fibrillazioni ormai croniche, per alleviare i sintomi, o in chi rifiuta o non può essere sottoposto a un’ablazione o infine nelle persone che hanno attacchi sporadici di fibrillazione, nei quali agire in maniera invasiva può non essere giustificato”.
L’introduzione di questo nuovo approccio terapeutico alla fibrillazione atriale con elettroporazione a Città di Lecce Hospital rappresenta una rivoluzione per tutti quei pazienti che necessitano di un trattamento ablativo e che attualmente sono costretti a rivolgersi a strutture fuori Regione per sottoporsi all’elettroporazione.
La Fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale è uno dei disturbi del ritmo cardiaco più frequenti nella popolazione, specie in età avanzata, con percentuali di incidenza di circa il 20% negli over 80. È determinata da fattori predisponenti e si manifesta spesso in concomitanza con patologie cardiache quali: infarto miocardico, scompenso cardiaco, vizi valvolari, ipertensione arteriosa. Tra le possibili cause anche scompensi o alterazioni della funzionalità tiroidea, patologie polmonari e, in taluni casi si può manifestare senza cause apparenti.
La irregolarità del ritmo cardiaco è causata da cellule cardiache che si trovano nelle fibre muscolari presenti nel primo tratto delle vene polmonari (trigger) che generano impulsi elettrici anomali. La contrazione irregolare e rapida dei ventricoli determina una riduzione del volume di sangue spinto in circolo a ogni sistole con conseguente ridotto apporto di sangue agli organi. Se non curati, gli episodi di fibrillazione atriale con il tempo diventano più frequenti, generando sintomi e segni di scompenso cardiaco. La fibrillazione atriale, inoltre, è la prima causa di ischemica cerebrale (ictus).
I sintomi con i quali la Fibrillazione atriale si manifesta sono battito cardiaco veloce e irregolare, astenia, mancanza di respiro, scarsa tolleranza allo sforzo fisico, dolore cardiaco.
In presenza di questi sintomi, per effettuare una diagnosi di Fibrillazione atriale il paziente viene sottoposto a esami ematici specifici comprensivi di funzione tiroidea, funzione renale ed elettroliti (questa frase non mi pare attinente e la eliminerei), ad ECG, Ecocardiogramma, test da sforzo, ECG Holter dinamico 24-48 ore, Impianto di Loop recorder, che registra il battito cardiaco per un lasso di tempo prolungato e continuativo.