I 10 componenti dell’equipaggio dell’aereo B-24 Liberator riuscirono a salvarsi, gettandosi col paracadute
La disavventura di un aereo B-24 Liberator ricostruita nel libro di Daniele Cortina intitolato “Quell’aereo che cadde a casa mia”.
L’aereo era un B24 G Liberator, un robusto bombardiere dotato di quattro motori, con due derive di coda.
Un componente dell’equipaggio dichiarò che l’aereo cadde dopo che tutti si erano lanciati col paracadute, a 20 miglia a sud ovest di Belluno, vicino al villaggio di Sant’Antonio.
Quel giorno (29 dicembre 1944) i quadrimotori americani, partiti dalla base di Manduria, risalirono l’Adriatico per andare a bombardare l’anello ferroviario appena oltre il confine del Brennero.
Il bombardiere B-24, ai comandi del pilota 2nd Lieutenant Charles H. Lee di 24 anni, con 10 uomini totali di equipaggio, che facevano parte del 720th Bomb Squadron, a sua volta facente parte del 450th Bomb Group, una volta giunto vicino all’obiettivo, fu colpito dai cannoni antiaerei tedeschi da 88, che misero fuori uso uno dei 4 motori.
A quel punto, gravemente danneggiato, l’aereo lasciò la formazione virando verso sud in rotta di disimpegno verso Belluno. L’equipaggio si lanciò in tempi diversi col paracadute, alla fine senza persone a bordo, dopo non molti minuti dal momento in cui fu colpito, il bombardiere, in volo discendente, sorvolata la Valbelluna, si andò a infilare nella vallata verso il Passo San Boldo, dove avvenne lo schianto.