«Ci siamo unite quando ci hanno cominciato ad attaccare e, anche nei momenti in cui ti senti più sola (perchè comunque i sei mesi della reggenza sono estremamente intensi), sai che puoi contare sull’altra persona, perchè non è scontato che ci sia questa comunanza di intenti, di volontà e anche di pensiero»
Il primo aprile 2017 è stata una data storica per la Serenissima Repubblica di San Marino: in quella data infatti si è insediata la prima coppia reggenziale formata da due donne. Mimma Zavoli e Vanessa D’Ambrosio avrebbero avuto l’arduo compito di reggere la Repubblica fino al 1 ottobre 2017, durante la più calda legislatura degli ultimi anni, con la coalizione di sinistra “Adesso.sm” (guidata dalla stessa D’Ambrosio ndr) pronta a spingere sulle riforme, forte della maggioranza ottenuta e la coalizione di destra guidata dalla Democrazia Cristiana decisa a riottenere la fiducia dei sammarinesi.
L’1 ottobre 2024, sette anni dopo la fine della storica “Reggenza Rosa”, ho voluto ripercorrere quei mesi proprio con Vanessa D’Ambrosio, per capire cosa prova una ragazza di soli 28 anni quando entra in Parlamento per la prima volta e dopo pochi mesi viene eletta Capo di Stato, iniziando già dall’emozione di ricevere formalmente l’investitura davanti al proprio popolo col passaggio del collare dell’Ordine Equestre di San Marino nell’aula del Consiglio Grande e Generale.
«Proprio nel cerimoniale c’è questo simbolo estremamente forte: il passaggio del collare. Quando si entra nell’aula del Consiglio e c’è l’investitura dei nuovi Capitani è molto bello perché gli uscenti sono i primi ad entrare e si mettono sul trono; la coppia entrante arriva davanti al trono, omaggia la reggenza con l’inchino e gli si pone di fianco, il segretario di stato agli Interni legge il cerimoniale e quando la nuova reggenza si avvicina al trono e alla coppia uscente c’è questo momento del passaggio del collare che è estremamente emozionante».
Nel ritornare con la mente a quei momenti estremamente importanti anche la voce di Vanessa sembra quasi rompersi, come se l’emozione provata in quel momento ritornasse impetuosa nei suoi pensieri. D’altronde a lei e a Mimma Zavoli è toccato l’arduo compito di essere la prima coppia di reggenti donne e, come si è detto in precedenza, di presiedere il Consiglio Grande e Generale durante una legislatura tutt’altro che semplice
«C’è questa foto bellissima che ha voluto fare Mirko Tomassoni (ex Capitano Reggente e primo Capitano Reggente con disabilità ndr), con lui, me e Mimma dicendo: “making history”, perchè effettivamente è quello che stavi facendo, con tutte le incognite. Perché quello che era palese fin da subito è che se la maggioranza della popolazione era frizzante all’idea di avere per la prima volta due donne Capitane Reggenti, sapevamo che il clima in Consiglio sarebbe stato comunque tosto anche nei nostri confront. Durante il nostro semestre abbiamo ricevuto minacce palesi di sindacato (un istituto che consente ai cittadini, entro tre giorni dal termine del mandato dei capitani, di chiedere loro conto del fatto e del non fatto e, qualora se ne ravvisino i presupposti, di aprire contro i Capitani uscenti un procedimento giudiziario ndr)».
In quei momenti è stato per lei fondamentale anche il rapporto con la sua contitolare per affrontare il peso e lo stress di sentirsi attaccata in maniera puramente strumentale
«Per me aver fatto il semestre con lei è stato veramente un onore, perché è una persona con un carattere diverso da me però nello stesso tempo siamo complementari. Il nostro rapporto si è fortificato perché lavorando fianco a fianco tutti i giorni ti conosci. Ci siamo unite quando ci hanno cominciato ad attaccare e, anche nei momenti in cui ti senti più sola (perchè comunque i sei mesi della reggenza sono estremamente intensi), sai che puoi contare sull’altra persona, perchè non è scontato che ci sia questa comunanza di intenti, di volontà e anche di pensiero».
Sinceramente è stato estremamente emozionante fare quest’intervista, che vi invito ad ascoltare su Messapian Radio su Spotify, perchè mi ha permesso di entrare nell’ufficio di un Capo di Stato e scoprire i retroscena della storia di un Paese che conosco molto bene. Ma un conto è leggere le cronache, ascoltare gli interventi in Parlamento e recuperare le dirette televisive, un altro è sentire queste cose dalla viva voce della protagonista, che ti fa entrare completamente nei fatti di cui si parla, ti fa sentire tutta l’emozione di quel momento.
Lorenzo Prudenzano