Alcuni passaggi della lettera, scritta insieme all’avv. Valentina Presicce
«Basta permessi premi all’assassino di mia figlia».
E’ il sunto della lettera che Imma Rizzo, madre della 16enne Noemi Durini uccisa nel 2017 dal fidanzato, e l’avv. Valentina Presicce hanno inviato al ministro Nordio.
«Lo Stato dovrebbe garantire una giustizia che sia concreta per la sicurezza delle donne e delle famiglie e non concedere autori di tali fatti criminosi benefici e permessi premio» è riportato nella lettera. «Ci troviamo di fronte ai familiari delle vittime che vivono il vero ergastolo nella vita, e gli assassini liberi dopo pochi anni, proprio come è accaduto a Lucio Marzo. Basta permessi premio a chi commette femminicidio, anche se minorenne.
Quale premio può essere concesso ad un assassino? Ha iniziato a scontare la sua pena nell’istituto penale minorile di Quartuccio, in provincia di Cagliari. Ma all’alba del 10 agosto dell’anno scorso venne fermato ubriaco alla guida di un’auto, dopo aver ignorato l’alt di una pattuglia della Polizia stradale, fingendo di fermarsi per poi ripartire a tutta velocità. Dopo aver chiesto e ottenuto, proprio a seguito di questo gravissimo episodio, il trasferimento immediato di Marzo ad un carcere per adulti, abbiamo preteso di conoscere tutti i permessi premio concessi ad un soggetto evidentemente ancora pericoloso per la società e pochi giorni fa, proprio a ridosso della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, abbiamo ricevuto dal magistrato di sorveglianza l’elenco di tutti i permessi premio ottenuti.
La lettura ha fatto sprofondare la famiglia di Noemi nel dolore, come se la figlia fosse stata uccisa per la seconda volta dallo Stato. A Marzo è stato concesso di recarsi allo stadio a tifare durante le partite del Cagliari e, cosa ancora più sconcertante, di frequentare una ragazza conosciuta sul posto di lavoro. Questo è lo Stato che dovrebbe tutelarci e proteggerci? Ha potuto lasciare la cella anche per recarsi alle urne ed esprimere il proprio voto in occasione delle Politiche del 2022. La nostra battaglia non si fermerà finché Giustizia vera non sarà fatta per Noemi e per tutte le donne che avrebbero meritato un finale diverso. Continueremo a dare voce a chi voce, purtroppo, non ha più».