Altri tre appuntamenti per questa settimana, che si concluderà venerdì con lo scambio degli auguri natalizi
Ecco il resoconto dell’attività dell’ultima settimana di attività del centro culturale di formazione permanente “Plinio il Vecchio”.
Martedì 10 dicembre: Luigi Neglia, “Figure femminili di particolare rilevanza nella letterature greca antica. Parte II
Il prof. Neglia, dopo due prigioniere di guerra, Criseide e Briseide, ha presentato la figura di Andromaca, figlia del re di Tebe e “sposa legittima “di Ettore, figlio del re Priamo, il più valoroso eroe troiano.
Entrambi sono protagonisti dell’episodio più famoso e ricco di pathos dell’Iliade, in cui introducono un elemento nuovo, l’umanità, ad integrazione ed elevazione della forza ferina degli eroi omerici. I due si incontrano alle porte Scee: qui, spariti come per incanto, il campo di battaglia ed i combattenti armati e vocianti, la famiglia si completa con il loro piccino, simile a “vaga stella”, Astianatte. Si tratta di un commovente incontro d’amore, che il presagio di un futuro infausto e rovinoso rende particolarmente doloroso: la morte di Ettore in combattimento; la vedovanza di Andromaca; l’orfanità di Astianatte. Ecco perché Andromaca prega vivamente il consorte di non ritornare in campo; ma Ettore non cede alle sue lacrime: il proprio, spiccato senso dell’onore gli impone di difendere e salvare dalla distruzione Troia col suo valore! Il velo del futuro alla fine si squarcia: Ettore morirà per mano di Achille, accanto al quale “Briseide bella guancia si stese” (XXIV, 676) in barba al passato; Andromaca andrà schiava di Neottolemo, figlio di Achille; Astianatte subirà una fine orribile. Ma la Moira-sono parole di Ettore-non c’è uomo che possa evitarla (VI, 488). Così è per la sventurata Andromaca, la nobile figlia di re e consorte di un figlio di re, ridotta dal destino al rango di prigioniera di guerra, proprio come Criseide e Briseide.
Mercoledì 11 dicembre: Andrea Dimitri, “Disamina storica ed antropologica della psichiatria
Il relatore ha affrontato il tema, esponendo le premesse etnologiche, per poi passare alla storia della psichiatria.
Successivamente ha trattato: il vissuto nel tempo, l’arresto del mondo, la depressione. Tutti argomenti nuovi all’uditorio.
Ha concluso parlando del vissuto nello spazio, la sospensione e l’ansia. Quest’ultima predominante nella nostra vita, in particolare nelle nuove generazioni.
Giovedì 12 dicembre: Gabriella Andrisano, “Il problema difficile delle Coscienza”. Parte II
Se la Coscienza è quel "qualcosa" che ci permette di "percepire e comprendere il significato della realtà fisica, delle emozioni e dei pensieri" cosa è la Realtà? Con questa domanda la relatrice ha iniziato l’incontro di oggi
E se la realtà è una interpretazione soggettiva, anche la coscienza, e tutto ciò che abita in essa, compresa la Cultura e la Scienza, è soggettiva! Da questa “qualità" deriva " l’hardproblem" della Coscienza. I Qualia, gli elementi dell'esperienza, non sono definibili nei termini dello studio delle scienze classiche; non si possono attribuire ai quali proprietà "fisiche" quali massa, energia e caratteristiche spaziali.Nei prossimi incontri si cercherà di trovare risposte nelle teorie che le neuroscienze hanno proposto ad oggi.
Venerdì 13 dicembre: Giovanni Sammarco, “Ebraismo e antisemitismo tra storia e poesia”. Parte III
L'inizio del terzo incontro è stato dedicato alle qualità spirituali dell'uomo in mezzo agli altri esseri viventi. L'uomo ammira il creato ma ne vuole conoscere anche l'origine, e sviluppa in tal modo il suo spirito indagatore e filosofico con lo scopo di trovare un raccordo tra il suo mondo e quello esterno. L'ebraismo nel mondo antico costituisce un unicum con il suo monoteismo in un ambiente politeista. È stata individuata e tracciata la linea che ha sempre mantenuto uniti gli ebrei ovunque si trovassero, anche a migliaia di km di distanza. Il Mondo interiore e religioso degli ebrei è narrato dalla Bibbia che li accompagna nella loro esistenza in tutti i secoli. La circoncisione, la osservazione dello Shabbat e dell'anno sabatico sono i caratteri comuni che distinguono la loro vita ovunque essi si trovino. Le loro disgrazie hanno avuto eco anche in letteratura con la lirica di Quasimodo "alle fronde dei salici" che ricalca il salmo 137, in musica con il Nabucco di Verdi e con il canto doloroso di Moni Ovadia "il signore della misericordia". Sotto molti aspetti il termine antisemita è poco appropriato, un più corretto lo è a partire dalla fine dell'ottocento quando si comincerà a parlare di razza. La mappa del genoma umano ha sconfessato queste teorie. Per il mondo antico è meglio parlare di antigiudaismo poiché si riferiva solo all'aspetto religioso e usi e costumi ebraici. Il pregiudizio molte volte ha colpito il popolo ebraico e l'affare Drehyfus ne è la dimostrazione. L'antico mondo romano non era avverso agli ebrei in modo preconcetto, disprezzava i loro costumi e tutto ciò che si opponeva al mos maiorum. Nella parte finale è stata fatta la differenza tra il termine diaspora che indica lo sparpagliamento del loro popolo e il termine Galut che essi usano per indicare la diaspora. Galut in ebraico significa "esilio" e quindi l'ebreo pur colpito da diaspora sogna nel suo cuore di ritornare in patria.
Il programma delle attività per la prossima settimana:
17 dicembre: Patrizio Fontana “Presentazione progetto grano Senatore Cappelli”;
18 dicembre: Ettore Tarentini “L’infosfera, l’oceano digitale in cui navighiamo”;
19 dicembre: Leo Girardi “Il sonno e le malattie neurovegetative”;
20 dicembre: Scambio degli auguri natalizi