mercoledì 29 gennaio 2025


27/01/2025 17:33:36 - Manduria - Attualità

«Uomini, donne e bambini vengono ancora oggi sterminati e perseguitati per il colore della pelle, la religione, l’identità di genere, l’orientamento sessuale o la provenienza geografica. Questa tragica realtà sembra dimostrare l'inefficacia della memoria storica»

Riceviamo, e pubblichiamo, una riflessione sulla Giornata della Memoria di Agostino Capogrosso. Ecco il testo.

«La Memoria tradita: l’orrore continua!

Mi interrogo sull'effettiva utilità di continuare a celebrare la Giornata della Memoria, ridotta sempre più a un mero rituale di facciata, in un mondo che quotidianamente assiste a nuove atrocità.

Uomini, donne e bambini vengono ancora oggi sterminati e perseguitati per il colore della pelle, la religione, l'identità di genere, l'orientamento sessuale o la provenienza geografica. Questa tragica realtà sembra dimostrare l'inefficacia della memoria storica: le sofferenze e i sacrifici del passato appaiono vanificati di fronte alla continua reiterazione della violenza.

Come non chiedersi, allora, se le guerre non siano altro che un cinico gioco di potere, in cui pochi individui che si conoscono e si odiano reciprocamente mandano al massacro milioni di persone che non si conoscono e non si odiano? Un sistema perverso in cui si muore non per ciò che si fa, ma per ciò che si è: un'identità, un'appartenenza, un'origine che diventano marchio di condanna.

Di fronte a questa desolante constatazione, sorge spontanea una domanda: qual è il vero significato della Giornata della Memoria in un mondo che sembra aver dimenticato le lezioni della storia? Come possiamo onorare veramente le vittime del passato se non riusciamo a impedire che nuove vittime si aggiungano alla loro schiera? Abbiamo il dovere di trasformare la commemorazione in azione concreta, in un impegno costante per la difesa dei diritti umani e la costruzione di un futuro di pace e giustizia. Altrimenti, la Memoria rischia di diventare un esercizio sterile, un'ipocrita assoluzione delle nostre coscienze.

Perdonatemi lo sfogo...».

Agostino Capogrosso











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