«La richiesta di Avetrana è anacronistica»
Il Consiglio Comunale di Manduria giudica come “anacronistica” la rivendicazione territoriale di Avetrana, che ha rilanciato la richiesta alla Regione Puglia di modifica dei confini territoriali fra i due comuni, mediante “l’annessione” delle località Torre Colimena e Specchiarica. La Regione Puglia, che già nel 1998 non aveva accolto una analoga richiesta, inizialmente non si è espressa. L’Amministrazione di Avetrana, attraverso un ricorso al Tar, ha però ottenuto che la Commissione competente, ovvero la settima, prenda una decisione entro 90 giorni dal proprio insediamento.
L’Amministrazione Comunale di Manduria, pertanto, ha affidato un incarico al proprio legale amministrativista di fiducia (Sticchi Damiani) e ne sta per affidare un altro ad un docente universitario di Economia e Commercio, specializzato nel settore del turismo, al fine di difendersi.
«Mi sembra di fare un salto a ritroso sino al Medioevo, quando i confini dei territori si decidevano con le guerre» ha affermato, in apertura del proprio intervento, il sindaco di Manduria, dott. Paolo Tommasino. «Oggi, per fortuna, non si fa più ricorso alle armi, ma alla base della contesa vi è comunque sempre una rivendicazione territoriale».
Dopo che per un po’ di lustri la battaglia per il passaggio di Torre Colimena ad Avetrana sembrava avesse perso vigore, da qualche mese la contesa è nuovamente ritornata nelle aule dell’ente che è deputato a dirimere queste controversie: la Regione Puglia.
«Ad Avetrana, oramai, un amministratore non viene giudicato positivamente se non ha intrapreso una battaglia per ottenere Torre Colimena» ha affermato, con il sorriso sulle labbra, l’ex sindaco di Manduria, dott. Francesco Massaro.
E Manduria, di conseguenza, è ora sulla difensiva. Consigliata dal legale, l’Amministrazione ha riunito, in questa settimana che precede Ferragosto, il Consiglio Comunale per approvare una delibera attraverso la quale manifesta e motiva il proprio dissenso verso la rivendicazione. Motivazioni che sono contenute in un documento approvato all’unanimità.
«Abbiamo già inviato della documentazione alla Regione Puglia e altra ne invieremo non appena l’esperto, da noi scelto, produrrà una relazione socio-turistica, che smonti quella elaborata dal Comune di Avetrana a sostegno delle proprie tesi» ha continuato il dott. Tommasino. «Ritengo che vi siano due ordini di motivi per i quali esporre le nostre ragioni: uno di carattere storico e l’altro di carattere socio-economico. Per quello di carattere storico, da secoli mai sono stati messi in dubbio i confini fra Manduria e Avetrana. Solo in una circostanza, nel 1867, fu esperita un’asta pubblica per aggiudicare l’area delle vecchie saline. Il sindaco pro tempore di Avetrana tentò di comprarla, ma poi fu costretto a rinunciare perché non aveva i soldi necessari. Per quanto riguarda l’aspetto socio-economico, paradossalmente Manduria ha un tasso di disoccupati più alto di quello di Avetrana ed un reddito pro capite medio inferiore. Non ha quindi maggior diritto Manduria a continuare a porre le basi, come fatto in questi ultimi anni, per lo sviluppo turistico?».
NON VOGLIAMO CEMENTIFICARE TORRE COLIMENA - «Da anni Manduria sta valorizzando la zona di Torre Colimena, puntando sulla peculiarità ambientali: è stata creata l’area naturale protetta e ora, anche insieme ad altri comuni (ad esempio Porto Cesareo), vogliamo continuare a puntare sul turismo che rispetti l’ambiente».
E’ la risposta di Manduria ad Avetrana, che reclama maggiori insediamenti ricettivi a Torre Colimena.
«Non è costruendo uno, due o tre alberghi in più che cresce il turismo» è stato affermato nel corso della seduta del Consiglio Comunale di ieri mattina. «Ma è valorizzando le tipicità del territorio che si richiamano i turisti. E Manduria, da sempre, sta valorizzando l’immenso patrimonio naturalistico della zona».
E proprio a questa convinzione viene dedicato un ampio passaggio del documento approvato ieri in Consiglio Comunale.
«I benefici della crescita turistica sono significativi solo se l’incremento di domanda di bene e servizi, generato dall’arrivo e dalla permanenza di turisti, è soddisfatto da un’offerta prevalentemente locale» si legge nel documento. «Nel caso in questione, il Comune di Avetrana rappresenta l’entroterra di una fascia costiera ad elevatissimo potenziale attrattivo e gode di un’importante rendita di posizione derivante dagli indiscutibili vantaggi dalla vicinanza a risorse naturali e paesaggistiche di estremo rilievo, nelle quali, nel rispetto dei vincoli normativi, chiunque voglia (quindi anche cittadini avetranesi) può tentare di avviare iniziative economiche. La distanza (un paio di chilometri) che separa il territorio di Avetrana dal mare è quotidianamente e virtualmente ridotta, man mano che ai diversi livelli di governo cresce l’attenzione per la tutela delle coste, con la conseguente moltiplicazione di norme e regolamenti limitanti insediamenti e attività economiche».
Nei vari interventi dei consiglieri comunali (di maggioranza e di minoranza) più volte è emersa la disponibilità a collaborare con Avetrana nelle decisioni da adottare per lo sviluppo della costa, dando vita ad una sorta di modello consortile.
C’è però l’impressione che né Manduria, né Avetrana facciano mai esplicito riferimento alla vera motivazione della contesa: una fetta di circa un milione di euro che si ricava attraverso il pagamento dell’Ici delle abitazioni presenti. Manduria e Avetrana avrebbero lo stesso interesse se quell’entrata dovesse essere ipoteticamente abolita?