giovedì 30 gennaio 2025


30/01/2025 08:45:10 - Manduria - Attualità

Lo scenario di guerra evolveva di giorno in giorno. Notizie inquietanti, trasmesse via etere, giungevano dal fronte, dove il conflitto si diffondeva rapidamente e senza tregua

Una calma apparente avvolgeva il campo di volo, sebbene la tensione tra i militari e lo stato di allerta fossero elevati. Quella mattina, l’attività dei piloti e del personale di terra era ridotta al minimo, complice l’afa opprimente che rendeva ogni mansione estenuante. I ventilatori da soffitto, in funzione sin dall’alba, non stemperavano la calura soffocante dei capannoni metallici, arroventati dal sole; all’esterno regnava un immobilismo irreale, mentre l’assenza di vento rendeva l’aria stagnante.

Diversi velivoli parcheggiate negli hangar attendevano la manutenzione. Alcuni bombardieri e ricognitori del 15° Stormo da bombardamento, come l’SM.79 Savoia-Marchetti “Sparviero” e i bombardieri notturni SM.81 Savoia-Marchetti “Pipistrello”, già schierati sulla linea di volo e privati dei loro stalli, erano pronti per il decollo.

Lo scenario di guerra evolveva di giorno in giorno. Notizie inquietanti, trasmesse via etere, giungevano dal fronte, dove il conflitto si diffondeva rapidamente e senza tregua. L’Europa e il mondo intero assistevano da mesi all’evento più devastante che la storia umana avesse mai conosciuto: la guerra più sanguinosa di tutti i tempi.

Nell’aprile del 1940, la Germania, dopo l’invasione della Polonia, si apprestava a occupare la Danimarca, la Norvegia e, con la stessa strategia della guerra lampo, anche il Benelux.

L’attenzione dei soldati della base, quella mattina, era rivolta all’ascolto dei notiziari di guerra. Nel locale adibito a sala benessere, gremito di avieri, parole solenni echeggiavano nell’ambiente saturo di fumo di sigaretta; la propaganda fascista, con voce perentoria, riportava le vicende belliche, esaltando le vittorie dell’inarrestabile macchina da guerra del perfetto esercito tedesco.

Tra gli avieri della base di Castel Benito serpeggiava la convinzione che l’entrata in guerra dell’Italia, fino a quel momento neutrale, fosse imminente. Mussolini, affascinato dall’apparente invincibilità dell’apparato militare tedesco, avrebbe presto affiancato la Germania per spartirsi con l’alleato le terre conquistate in Europa. Tuttavia, le speranze di un conflitto rapido si rivelarono vane; i popoli e i soldati coinvolti nella guerra si prepararono ad affrontare il rigido inverno.

 

Walter Pasanisi











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