martedì 11 febbraio 2025


11/02/2025 13:48:48 - Manduria - Attualità

L’artista manduriano ci racconta la sua … disavventura

«Benvenuti all’ASL, prego, mostrate i documenti. E il coraggio…».

Con amara ironia, Ferdinando Arnò ci racconta quanto è accaduto qualche giorno fa.
«All’ingresso dell’ASL di Manduria non c’è un addetto all’accoglienza» rimarca l’artista. «Non c’è un cartello con scritto “Benvenuti, prendete un biglietto e accomodatevi”. No. C’è una guardia armata. Non metaforicamente. Proprio armata. Pistola, fondina, sguardo da checkpoint.
Quando sono entrato, mi sono fermato. Lui mi guarda. Io lo guardo.
Mi dice: “Non può prendere il biglietto. Fra mezz’ora chiude e c’è già troppa coda”.
Rifletto. Sono arrivato prima della chiusura. Ci sono ancora persone dentro. I numeri vengono ancora erogati. Ma lui ha deciso: io non posso entrare.
Lo guardo di nuovo. Lui stringe le labbra, le mani lungo i fianchi, vicino alla fondina.
L’ASL. L’ufficio che dovrebbe garantire l’accesso ai servizi sanitari.
Faccio un passo avanti.
Un altro.
Riesco a prendere il biglietto.
Nessun allarme suona. Non scatta un codice rosso. Nessun elicottero decolla.
Arrivo allo sportello. Tra l’altro, prima della chiusura.
Vengo servito. Nessun problema. Nessun intoppo.
Tutto regolare, tranne il fatto che la possibile visita specialistica è tra diversi mesi. Unico giorno disponibile? 24 dicembre.
Ma questa, ovviamente, è un’altra storia.
Tutto tranne una domanda: ma perché la prima persona che incontri in un ufficio dell’ASL è una guardia armata?
Non un impiegato.
Non un addetto all’accoglienza.
Non qualcuno che aiuta.
Una pistola.
Quanti si fermano prima? Quanti si girano e se ne vanno, perché qualcuno con un’arma gli dice che non possono? Perché se lo dice lui, magari è vero.
Ma non lo è».











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