mercoledė 25 settembre 2024
Lunedi 16 agosto incontro con gli scrittori Giuseppe Cristaldi e Piero Calò, a La’nchianata pub di Torricella
L’appuntamento fa parte della rassegna letteraria itinerante “Inchiostro Primitivo”, a cura della libreria Caforio (informazioni al 338.4711174 o su www.popularia.it). Nel corso della serata, che prevede anche la proiezione di video e cortometraggi, gli autori incontreranno il pubblico e presenteranno le loro opere.
“Belli di papillon verso il sacrificio” (Controluce), di 
Cristaldi, decrive una Taranto immaginaria, dove un ragazzo erige un monumento al padre morto. ‘Cozzaro’, contrabbandiere, corista, teatrante, uomo dalle mille risorse, don Papà, come lo chiama il figlio, è uno della razza dei ‘ddritti, nato e cresciuto nel quartiere Tamburi dove ha alimentato favole e racconti sulle proprie gesta. Non è soltanto un romanzo sulla città di Taranto, è molto di più: romanzo di formazione, romanzo sui padri, su come e chi eravamo, su come siamo adesso sotto il cielo di nubi tossiche.
Cristaldi, decrive una Taranto immaginaria, dove un ragazzo erige un monumento al padre morto. ‘Cozzaro’, contrabbandiere, corista, teatrante, uomo dalle mille risorse, don Papà, come lo chiama il figlio, è uno della razza dei ‘ddritti, nato e cresciuto nel quartiere Tamburi dove ha alimentato favole e racconti sulle proprie gesta. Non è soltanto un romanzo sulla città di Taranto, è molto di più: romanzo di formazione, romanzo sui padri, su come e chi eravamo, su come siamo adesso sotto il cielo di nubi tossiche. “L’occhio di porco” (Instar libri), di Piero Calò, narra della vita isolata di un paese sperduto, con continui riferimenti 
al consumismo e alla globalizzazione, ma anche autarchia e quasi-feudalesimo. Omertà, miseria, ignoranza, un po’ di violenza, condite con un pizzico di mafia e loschi traffici. Il finale della storia, in apparenza un giallo, è catartico, ma senza enfasi e platealità; una conclusione assolutamente a sorpresa, tutto tranne che scontata, eppure naturale: una vicenda che, in fondo, non poteva finire in nessun altro modo.
al consumismo e alla globalizzazione, ma anche autarchia e quasi-feudalesimo. Omertà, miseria, ignoranza, un po’ di violenza, condite con un pizzico di mafia e loschi traffici. Il finale della storia, in apparenza un giallo, è catartico, ma senza enfasi e platealità; una conclusione assolutamente a sorpresa, tutto tranne che scontata, eppure naturale: una vicenda che, in fondo, non poteva finire in nessun altro modo.Inizio serata ore 22.00, ad ingresso libero.
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