La sua storia racconta dall’agenzia Ansa: «Ogni mattina mi alzo alle tre. Raggiungo il punto in mare dove la sera prima abbiamo calato le reti e inizio a tirarle su, a liberarle dai pesci»
Si chiama Laura Ferrari ed è la “pescatora” di Porto Cesareo. E’ una delle poche donne in Italia a portare avanti con passione e determinazione un mestiere tanto antico quanto duro. La sua storia racconta dall’agenzia Ansa.
«Ogni mattina mi alzo alle tre. Raggiungo il punto in mare dove la sera prima abbiamo calato le reti e inizio a tirarle su, a liberarle dai pesci», racconta Laura, che partecipa a Women in Fisheries, evento organizzato dal Wwf Mediterraneo a Spalato. «È un lavoro faticoso, che richiede resistenza, forza fisica e una grande conoscenza del mare. Dopo aver pulito le reti, guardo il meteo e decido se e dove buttarle di nuovo, per prepararmi al giorno dopo».
Laura è cresciuta tra le onde.
«Avevo solo tre anni quando mio nonno mi portava in barca con lui. Mi legava con una corda per non farmi cadere. Da allora non ho più lasciato il mare. Appena finite le scuole, ho cominciato a lavorare come pescatora».
Una scelta controcorrente, in un mondo dove le donne sono ancora poche.
«A Porto Cesareo, per ora, sono l’unica donna a pescare, anche se ultimamente qualcuna si sta avvicinando a questo mestiere».
La sua giornata è lunga e scandita dai ritmi del mare.
«Torniamo a riva verso mezzogiorno, poi pranzo con calma. Nel pomeriggio torno in mare da sola. Faccio un po' di tutto: palamiti, reti da posta, pescando seppie, polpi, cefali, latterini... mi diverto».
Sì, perché per Laura pescare è soprattutto questo: gioia, libertà, connessione con la natura.
Il pesce lo consegna alla pescheria locale.
«Lo porto lì e me lo pagano. Ovviamente dipende anche dal tempo: se c'è brutto tempo, possiamo rimanere fermi anche per due settimane. Ma quando il tempo è buono, bisogna approfittarne. Di norma usciamo cinque giorni a settimana».
Foto: Ansa