Le indagini hanno preso avvio quando un commerciante di preziosi ha denunciato alle forze dell’ordine di essere stato avvicinato da un noto pregiudicato della zona che sarebbe entrato nel suo negozio con la scusa di voler provare un orologio di pregio esposto in vetrina e di essersi allontanato subito dopo senza pagare, dicendo che nel pomeriggio sarebbe passata la moglie a saldare il debito, circostanza che poi non si è verificata
La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Taranto nei confronti di un 59enne perché ritenuto presunto responsabile del reato di tentata estorsione.
Le indagini, condotte dal personale del Commissariato di Grottaglie e coordinate dalla Procura della Repubblica di Taranto, hanno preso avvio quando un commerciante di preziosi ha denunciato alle forze dell’ordine di essere stato avvicinato da un noto pregiudicato della zona che sarebbe entrato nel suo negozio con la scusa di voler provare un orologio di pregio esposto in vetrina e di essersi allontanato subito dopo senza pagare, dicendo che nel pomeriggio sarebbe passata la moglie a saldare il debito, circostanza che poi non si è verificata.
Dopo alcuni mesi, si è ripresentato in negozio lo stesso soggetto, scusandosi per non aver pagato l’orologio e con l’intenzione di restituire la merce non pagata in cambio di un nuovo orologio, altrettanto di valore, da regalare ad un suo amico in carcere.
Il commerciante, credendo che bastasse questo per non farlo più tornare in negozio, ha lasciato che si prendesse anche il secondo orologio, ricevendo la rassicurazione che sarebbe passata la moglie a saldare il debito, cosa che ovviamente non si è verificata.
Qualche tempo dopo, il 59enne si è presentato nuovamente in negozio proponendo al negoziante di acquistare dell’oro in suo possesso, chiedendo un anticipo di 300 euro ed asserendo che successivamente sarebbe passata la moglie a consegnare l’oro.
Di fronte al rifiuto del commerciante, l’uomo con tono pacato e rassicurante lo informava che, soltanto grazie alla sua intercessione, non si erano verificate “visite” in negozio od in casa.
Di fronte a tali parole, il commerciante ha temuto seriamente per la propria incolumità e quella della sua famiglia ed ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine.
Dalle risultanze investigative, il G.I.P. presso il Tribunale di Taranto, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto la misura cautelare in carcere, ritenendo che fosse l’unica idonea ad evitare il pericolo di reiterazione della condotta criminosa.
Il 59enne era già rinchiuso nel carcere di Taranto per altri reati.
Per l’indagato vige il principio di innocenza sino alla sentenza definitiva.