Le proteste del Manduria per il rigore concesso con grande magnanimità al Racale
«Abbiamo subito una rapina a … volto scoperto».
Beppe Mosca esprime tutta la propria delusione per un successo, che sarebbe stato meritatissimo, sfumato solo per un calcio di rigore concesso con troppa magnanimità dall’arbitro al Racale.
«Villa si trovava innanzitutto in una posizione di fuorigioco. Inoltre, nella nostra area non c’è stato alcun contatto: il tuffo è stato plateale» chiarisce Mosca, che poi, però, rimarca i meriti della sua squadra. «Abbiamo una rosa di calciatori molto giovane, al contrario del Racale, che ha speso 10 volte più di noi. Eppure abbiamo consentito ai nostri avversari di tirare solo una volta nello specchio della porta. Il Manduria, invece, ha costruito almeno 5-6 nitidissime occasioni da rete, in una delle quali abbiamo centrato la traversa. Non abbiamo concretizzato e, quindi, ci può stare che un singolo episodio ti possa punire. Ma è importante che le occasioni si siano create. La precisione verrà sicuramente col passare del tempo».
Nella prima frazione, in particolare, il Manduria ha sciorinato un calcio spettacolare. Rizzi e Serri sono stati degli stantuffi instancabili lungo le corsie esterne, mettendo a disagio la retroguardia leccese. Molto bene anche gli juniores Gioia e Stefàno. La difesa, poi, ha neutralizzato le temute punte avversarie: Villa e Artiaco.
Nella ripresa la squadra biancoverde ha forse accusato un pizzico di stanchezza e, quindi, ha abbassato il ritmo. Non concedendo nulla alla squadra avversaria, che ha tirato per la prima ed unica volta nello specchio della porta dopo oltre 70 minuti di gioco (molto bravo Scarcia ad opporsi a Villa). Un minuto dopo la contestata azione del rigore.
Nonostante il gol ingiustamente incassato, il Manduria (che ha schierato anche Manco, un trequartista tesserato sabato), si è catapultato in avanti, ma non c’è stato più nulla da fare.
E’ un pareggio che va stretto, quindi, ai biancoverdi, ma che è un buon punto di partenza per un torneo di buon livello.