«Se un giorno qualche consigliere tenterà un ricatto di tipo politico, non esiterò a dimettermi e render note le motivazioni»
«Sono estremamente sereno. Vado avanti con il mio lavoro, che è proseguito, tutti i giorni, anche ad agosto. Le richieste del gruppo degli indipendenti? A me non è arrivato nulla di scritto. E la politica, a mio avviso, non si fa attraverso i giornali».
Paolo Tommasino chiarisce la propria, decisa, posizione sull’ultima importante novità politica: la costituzione di un gruppo autonomo all’interno della maggioranza, e la successiva richiesta di azzeramento della giunta e della presidenza del Consiglio. Un mini terremoto, che però lascia quasi indifferente il sindaco.
«Chiariamo subito una cosa: la giunta è stata nominata seguendo i criteri decisi dalla stessa maggioranza» afferma Tommasino. «Io non sostituisco un assessore, dopo un paio di mesi effettivi di lavoro (se si considera la stagione estiva), per i capricci di qualcuno. Io sostituisco un assessore qualora non segue più il programma e le regole della maggioranza. Lo stesso discorso vale per il presidente del Consiglio. Sinora ci sono state solo due sedute effettive: quali responsabilità avrebbe?».
Tommasino, insomma, sembra non avere alcuna voglia di rimettere in discussione l’assetto della giunta. Ma lascia aperta la porta del dialogo.
«Io sono sempre stato disponibile a dialogare con chiunque, anche con i consiglieri della minoranza. A maggior ragione, quindi, con consiglieri che mi hanno sostenuto nell’ultima campagna elettorale: che mi hanno quindi votato, consentendomi l’elezione, ma che sono stati anche votati in quanto componenti dello schieramento che io guidavo. Dirò di più. Terminata l’estate, avendo sentito che serpeggiava qualche malumore, ho contattato sia Muscogiuri che Moccia, chiedendo loro un incontro. Mi è stato garantito che ci saremmo visti, ma, qualche giorno dopo, ho saputo di questa conferenza stampa. Ribadisco quindi il concetto: se l’obiettivo di tutti è quello di lavorare per il bene di Manduria, la mia porta è sempre aperta. Discutiamo e cerchiamo di trovare un punto di incontro, sempre nel rispetto delle regole della coalizione. La nostra città ha tantissimi problemi. Se c’è voglia di impegnarsi, non resta altro che rimboccarsi le maniche e agire».
I tre componenti del gruppo autonomo, però, si sentono ai margini della vita attiva della maggioranza.
«I tre consiglieri sono stati eletti presidenti di altrettante Commissioni Consiliari (anche se Muscogiuri si è poi dimesso). A Moccia e D’Uggento, su loro specifica richiesta, ho assegnato delle deleghe fuori giunta su problematiche che sentivano molto vicine: l’Agricoltura a Moccia e gli impianti di telefonia mobile a D’Uggento. Come si può asserire, allora, di essere solo dei burattini in questa coalizione?».
Poi Tommasino chiarisce un concetto fondamentale.
«Se un giorno, vicino o lontano, un gruppo di consiglieri (non mi riferisco ai tre del gruppo autonomo), dovesse porre dei ricatti, non esiterò un istante a dimettermi, rimettendo il mandato agli elettori e spiegando loro le ragioni di questa scelta. Per me vale il rispetto delle regole, delle norme e della trasparenza. Se dovesse in futuro venir meno questo principio, non esisterò a lasciare la carica di sindaco».