Nei prossimi giorni, a Taranto, la riunione della Commissione Ambiente della Provincia: sarà invitato anche Tommasino
La Commissione Ambiente della Provincia di Taranto si riunirà nei prossimi giorni per stabilire la posizione che l’ente dovrà assumere sulla richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale relativa alla costruzione da parte dell’Acquedotto Pugliese del depuratore consortile di Manduria e Sava. Progetto che prevede la realizzazione di un impianto con procedimento di trattamento delle acque attraverso le tecnologie previste dalla Tabella 1 (ovvero quelle che raffinano le acque in maniera più grossolana) e poi lo scarico, attraverso una condotta sottomarina, nel tratto di mare fra Specchiarica e la zona del Chidro. In questa riunione sarà invitato anche il sindaco di Manduria, Paolo Tommasino.
«Bisogna far presto» afferma Mimmo Lariccia, nella duplice veste di consigliere provinciale e comunale dell’Udc. «Anche se il termine per la formulazione delle controdeduzioni alla Valutazione di Impatto Ambientale non era perentorio, occorre quanto prima proporre una alternativa percorribile all’Acquedotto Pugliese. E, sinora, né Provincia, né Comune di Manduria hanno prodotto nulla».
Due le preoccupazioni di Lariccia: la prima riguarda il timore che l’impianto venga realmente costruito a poche centinaia di metri dalla costa di Manduria, con il relativo scarico a mare in area SIC (che richiederebbe il divieto di balneazione per un buon tratto di costa); la seconda, invece, riguarda il rischio che, a furia di rinviare la risoluzione del problema, Acquedotto Pugliese e Regione Puglia possano decidere di stornare quei fondi per altre opere, addossando poi la responsabilità proprio all’inerzia degli enti locali.
«Il sindaco Tommasino annunciò, in Consiglio Comunale, di aver conferito un mandato ad un tecnico per individuare una soluzione alternativa allo scarico a mare delle acque» ricorda Lariccia. «In realtà, dopo aver chiesto riscontri agli uffici competenti, non sembra che questo incarico sia stato già affidato. C’è la volontà di farlo, ma intanto il tempo sta trascorrendo. Tutti saremmo d’accordo sul riutilizzo delle acque a fini irrigui, come alternativa allo scarico a mare, ma c’è comunque da risolvere un altro problema di non poco conto: nei mesi invernali, quando, ovvero, ai campi non serve l’acqua, dove dovrà essere stoccata? C’è bisogno, quindi, di valutare attentamente la situazione e di individuare, supportati da esperti del settore, una soluzione che tuteli il nostro mare dal rischio dell’inquinamento e che sia accettata dall’Acquedotto e dalla Regione, perché noi vogliamo il depuratore. L’auspicio è che nella seduta della Commissione Ambiente della Provincia si possa iniziare a discutere seriamente sul da farsi. Perdere ulteriore tempo, come è stato fatto sinora, potrebbe, alla lunga, risultare deleterio per tutti».