Manduria, Avetrana, Maruggio e la Provincia di Taranto hanno ribadito il no allo scarico a mare
Manduria, Avetrana, Maruggio e la Provincia di Taranto contro lo scarico a mare del depuratore consortile progettato per Manduria e Sava. Il Comune di Sava, inizialmente disponibile a sposare la causa degli altri comuni del versante orientale, ha poi espresso dubbi sui tempi necessari per progettare e realizzare impianti alternativi, e, nel timore che la soluzione sia rinviata sine die, ha finito per non interrompere il procedimento già in corso. L’AQP e qualche tecnico della Regione rigorosamente a sostegno del progetto che prevede lo scarico a mare.
La prima riunione della conferenza dei servizi prevista nell’iter della Valutazione di Impatto Ambientale ha confermato le posizioni diverse degli enti interessanti alla costruzione del depuratore. Per cui ci si rivedrà l’8 novembre, sempre a Bari, per chiudere la conferenza dei servizi, con qiesti pareri contrastanti.
Dal sindaco di Manduria, Paolo Tommasino, è partita intanto una proposta alternativa.
«Tenuto conto della considerevole lunghezza delle marine di Manduria, oltre 15 km, e della diffusione disordinata legata all’abusivismo edilizio degli anni passati, appare assai difficile realizzare un collegamento fognario con un depuratore unico e decentrato, mentre, invece, sarebbe molto più funzionale e realizzabile la suddivisione delle marine in due settori differenti, con diversi siti di depurazione» ha affermato Tommasino. «La presenza di più depuratori, al posto di uno solo, oltre che a scongiurare l’inaccettabile costruzione di un nuovo grosso depuratore in area Sic, peraltro a ridosso di una zona turistico residenziale, non mantenendo nemmeno la distanza di rispetto di 300 metri, consentirebbe, soprattutto, di non essere vincolati all’esclusiva ipotesi di scarico a mare giustificato solo dal fatto che il depuratore unico supera il limite di 10.000 mc/d e, quindi, vi è il divieto di smaltimento su suolo».