Il sindaco: «La gente non comprenderebbe un’altra crisi al buio: al momento nessuno ha una alternativa credibile»
«Ho l’impressione che la minoranza scelga determinati atteggiamenti solo per ripagare, con la stessa moneta, l’attuale coalizione di maggioranza, che nella scorsa legislatura si era comportata nello stesso modo. Quasi come una sorta di contrappasso. Non so, però, quanto la gente comprenda il disfattismo di qualcuno. C’è bisogno, invece, di affrontare, tutti insieme, i problemi della comunità e risolverli al più presto».
Paolo Tommasino accetta di commentare le ultime, importanti, novità politiche: la decisione dei tre indipendenti di recidere il cordone ombelicale che li univa alla maggioranza e la sfiducia dei dodici consiglieri di minoranza al presidente del Consiglio Leo Girardi.
«Sin dalla prima seduta del Consiglio Comunale avevo teso la mano alla minoranza» ricorda Tommasino. «Ho sempre auspicato una collaborazione sui grandi problemi della città. Ho più volte sollecitato l’opposizione a fornire idee e proposte, dimostrando un alto senso di responsabilità. Sono arrivato persino a convocare i capigruppo della minoranza all’indomani della seduta del Consiglio in cui la maggioranza abbandonò l’aula, non per arroganza, ma per umiltà. Spiegai loro che quella scelta fu dettata solo dalla volontà di riconoscere dei debiti: era un atto tecnico, che il Consiglio non poteva non approvarlo. A loro dissi pure che io sono pronto a farmi da parte, nel caso in cui sia pronta una alternativa. Come risposta ho avuto solo l’affermazione di Vico, il quale ha detto che il suo partito sta lavorando per individuarla. Io sono convinto che la minoranza sia più spaccata della nostra coalizione: non dimentichiamoci che alle elezioni del marzo scorso si presentò con tre candidati a sindaco diversi. Al momento quindi non ci sono alternative. Perché, allora, riconsegnare, dopo appena un anno, la città al commissario prefettizio?».
Il sindaco rimarca questo suo concetto.
«Manduria sta diventando la Cenerentola della provincia» prosegue Tommasino. «Il motivo è ben chiaro: non abbiamo da anni un sindaco autorevole, visto le frequenti turbolenze amministrative. Dopo appena un mese e mezzo di governo effettivo, mi trovo di fronte a gente che esprime critiche e prende le distanze, togliendo, di fatto, al sindaco, la possibilità di governare. Al contrario di Grottaglie, che ha la fortuna di avere una maggioranza che fa quadrato attorno al suo sindaco: una situazione privilegiata, che, proprio per l’autorità che ne deriva, gli consente di ottenere grossi vantaggi per tutta la sua città.
Se quest’Amministrazione va a casa, chi tutelerà Manduria nelle vertenze sull’ambiente in atto? Mi riferisco, ad esempio, alla discarica. Quando sono stato a Taranto, ho trovato gli altri 16 comuni dell’Ato, l’Ato stessa e la Regione favorevoli all’ampliamento della discarica. La Provincia si è espressa negativamente sul progetto di ampliamento solo per alcune questioni tecniche. Se vado via io, chi si batterà per impedire di subire decisioni senza neppure ascoltare il parere della comunità. Ci siamo dimenticati che l’Ato ha accettato l’ampliamento della discarica nella mattina del giorno in cui io, nelle ore pomeridiane, ho giurato e mi sono insediato. Non hanno avuto neppure la bontà di ascoltarmi…».