lunedì 30 settembre 2024


02/04/2011 11:04:33 - Manduria - Attualità

«Entro un mese il campo di accoglienza dei profughi tunisini di Manduria sarà smobilitato»

 
Non una semplice promessa, ma un impegno ufficiale assunto da un ministro: Roberto Maroni. Impegno comunicato, per telefono, direttamente al sindaco di Manduria, Paolo Tommasino.
«La telefonata è arrivata nelle prime ore del pomeriggio» ha raccontato ieri il primo cittadino dimissionario di Manduria. «Era nell’aula consiliare insieme a tutti i gruppi politici. E’ stata una coincidenza fortuita, perché, in tal modo, tutti hanno potuto ascoltare la voce del ministro degli Interni».
La telefonata è servita a chiarire gli avvenimenti di mercoledì sera, che generarono le dimissioni prima di Tommasino e, poi, di Mantovano.
«Il ministro Maroni ha ribadito che quanto affermato dall’on. Mantovano nel Consiglio Comunale di lunedì era effettivamente quanto deciso dal Governo» prosegue Tommasino. «Poi, però, nelle ore successive l’unità di crisi è stata costretta ad assumere delle decisioni differenti. Maroni mi ha comunque garantito che entro un mese le tende del campo base di Manduria saranno smontate. Si è trattato, quindi, di un campo allestito in una situazione di emergenza».
Maroni ha anche illustrato la linea del governo per risolvere questa emergenza umanitaria.
«Il ministro mi ha indicato due possibilità. La prima è legata al rispetto degli accordi con Tunisia e Libia per frenare il flusso dei migranti verso l’Italia, per il quale il governo sta lavorando intensamente. La seconda strada percorribile è quella di concedere dei brevi permessi di soggiorno a questa gente, al fine di poter gestire con meno pressioni la fase dell’emergenza».
Il sindaco Tommasino non ha perso l’occasione per ribadire quella che è la posizione unanime del mondo politico pugliese: una equa ridistribuzione dei migranti in tutta la penisola.
«Maroni ha sostenuto ancora una volta che, al di la di ciò che sta affermando da giorni Bossi, ogni regione contribuirà ad ospitare dei tunisini. Mi ha anche detto che lui, ora, non parla da appartenente ad un partito, ma da rappresentante del governo. Il ministro, che ha confermato l’intenzione di venire a Manduria nei prossimi giorni (dovrà però prima recarsi in Tunisia), mi ha anche chiesto di ritirare le dimissioni, in quanto, a suo dire, c’è bisogno di un sindaco e di un’Amministrazione che collabori nell’opera di accoglienza di questa gente. Cosa farò? Voglio prima vedere degli atti concreti. Io non mi sono dimesso per fuggire dalle responsabilità. Così come comprendo che questo campo è servito a dare un pasto e un tetto a gente che prima dormiva sul molo di Lampedusa. Però attendo i riscontri alle promesse di Maroni: voglio vedere la tendopoli di Manduria che si svuota non perché la gente scappa, ma perché c’è un progetto preciso di ridistribuzione dei migranti».
Intorno alle 17 di ieri, i rappresentanti dei gruppi politici hanno incontrato, all’entrata della tendopoli, la stampa.
«In questo momento la contrapposizione politica non serve: si remi tutti nella stessa direzione» ha affermato il presidente del Consiglio Comunale, Leo Girardi. «Tutti insieme bisogna risolvere le emergenze del momento. Ne indico una: l’ospedale, già alle prese con carenze di medici e infermieri, non riesce a far fronte anche alle esigenze di questa gente. Perché la Regione, almeno per questa fase, non integra l’organico. Dal Governo ci aspettiamo che non faccia come l’Europa, che ha lasciato l’Italia sola in questa emergenza: dal canto suo non la può scaricare solo alla Puglia».










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