lunedì 30 settembre 2024


04/04/2011 07:12:02 - Manduria - Attualità

Gli interventi dell’on. Vico e del sindaco Paolo Tommasino

 
«Il Ministro Fitto deve dimettersi».
Adriana Poli Bortone lancia da Manduria una dura critica al Ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto.
«E’ spiacevole avere un Ministro per le Regioni pugliese, che non è stato in grado di approntare un piano, insieme alle regioni, per distribuire su tutto il territorio nazionale i profughi» è la critica che la senatrice Poli Bortone rivolge a Fitto. «Evidentemente ha privilegiato di più le rivendicazioni razziste della Lega rispetto alle richieste legittime del popolo della sua regione. Fitto siede proprio nella cabina di regia. Altrimenti a cosa serve la conferenza Stato-Regioni?».
Secondo la senatrice salentina, la tendopoli di Manduria, che “è costata tantissimo”, non è servita a nulla.
«Andavano potenziate le unità incaricate all’identificazione dei profughi, per poi spalmare questa gente in tutte le regioni. Tutte, comprese quelle del nord, che sinora si sono offerte ad accogliere solo i profughi. E di tutti gli altri, in attesa dell’incontro Italia-Tunisia, cosa ne facciamo? Li buttiamo a mare? Invece Fitto è più impegnato ad ispirare, senza firmare, i documenti come quello contro Mantovano, sottoscritto l’altro ieri da numerosi esponenti pugliesi del PdL. Mentre Mantovano, con grande onestà intellettuale, si è dimesso, Fitto, che continua a perdere le elezioni e continua a collezionare figuracce, resta incollato sulla poltrona».
La sen. Poli Bortone è stata ricevuta, nella sede di Io Sud di Manduria, anche dal sindaco Paolo Tommasino.
«Nella tendopoli è ritornata la calma» ha fatto presente il sindaco dimissionario. «Non posso esimermi, però, di stigmatizzare il comportamento di quelle associazioni che hanno partecipato alla manifestazione di sabato sera. Strumentalizzando la situazione e con un comportamento davvero censurabile, hanno generato la rivolta nella tendopoli, mettendo così in grave difficoltà le forze dell’ordine».
La vicina piazza Garibaldi, sempre in mattinata, ha ospitato una manifestazione del coordinamento regionale di Forza Nuova. Gli attivisti hanno esposto un lungo striscione (“L’Italia era un paese di poeti, santi ed eroi. Ora di mafiosi, corrotti e immigrati”). E’ pertanto saltato la preannunciata iniziativa del Pd di Manduria, Sava e Maruggio. Nel marciapiede adiacente palazzo di Città, però, l’on. Ludovico Vico ha incontrato i giornalisti.
«La tendopoli di Manduria va smantellata al più presto: al massimo entro 20-30 giorni» è l’auspicio dell’on. Vico. «Così com’è, non serve a nulla. Viene impedito ai parlamentari di visitarla e, poi, è stata chiusa anche alla collaborazione delle associazioni di volontariato, sia cattoliche che laiche. Sinora è andato tutto bene. Ma temo che qualcuno stia attendendo che accada il fattaccio… Molto meglio smistare, in piccoli gruppetti di una cinquantina di unità, i profughi tunisini nelle strutture già esistenti, come le caserme dismesse o la base di San Vito. Ed è comunque giusto distribuire i profughi su tutto il territorio nazionale. Ma c’è qualcuno che si vuole giocare questa partita in chiave elettorale: è la Lega, che intende non far arrivare i profughi nelle regioni del nord».
L’on. Vico spera in buone notizie del confronto odierno fra i rappresentanti del Governo italiano e quelli del governo tunisino.
«Bisogna assolutamente bloccare i flussi, peraltro rivedendo l’accordo che prevede un rimpatrio di soli 4 tunisini al giorno» sostiene il parlamentare di origini manduriane. «Come gestire la presenza di quelli che sono già arrivati a Manduria? Semplice: applicando l’art. 78 del Trattato di Lisbona, che poi corrisponde all’art. 20 del testo unico di polizia. Concedendo, cioè, permessi straordinari temporanei di soggiorno, che consentano i ricongiungimenti familiari».
 










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