lunedì 30 settembre 2024


18/04/2011 21:04:17 - Manduria - Attualità

Ma da quale pulpito viene la predica?

 
Quanti bei moralisti a Manduria! Pronti a bacchettare ad ogni piè sospinto il prossimo; ma altrettanto pronti a coprire eventuali notizie che potrebbero non dar loro gloria. Su quelle cala la censura: altro che giornalisti liberi. E vi spieghiamo il motivo.
Nei giorni scorsi questi scrupolosi moralisti non hanno esitato a censurare pubblicamente, attraverso questi foglietti fotocopiati e attraverso internet, un certo numero di giornalisti locali (tre in particolare, perché dipendenti, con contratti diversi, di altrettanti quotidiani) perché avrebbero avuto la colpa di aver accettato l’incarico, da parte dell’Amministrazione Comunale, di dar vita ad un ufficio stampa nei giorni della Fiera Pessima. Il compenso? Nulla da nascondere: 500 euro più Iva (imposta, questa, che va allo Stato). E sulle 500 euro ci sono poi le trattenute: circa il 30%, che riducono il compenso a circa 350 euro netti, per più di una settimana di lavoro.
Troppi? Per questi moralisti sembra proprio di si.
Con quei soldi, in sostanza, saremmo stati “comprati” dall’Amministrazione: questo il senso dell’accusa. Un cadeau per giornalisti “amici”. L’accusa, lo ribadiamo, viene da giornalisti “liberi”, assolutamente “liberi”, che queste cose non si sognerebbero mai di farle. Che gente integra e incorruttibile… Accipicchia!
Ma poi, basta lavorare di memoria, e ci ricordiamo di una vicenda, neppure tanta lontana: risale al 18 agosto del 2010. Questo giornale che ha pubblicato la notizia riceve, dall’Amministrazione Comunale (la stessa che ha coinvolto i tre giornalisti della carta stampata in questione) 300 euro. E sapete il motivo?
Bene, leggete che è davvero interessante. Pubblichiamo integralmente il corpo della delibera (numero 81 del 18 agosto del 2010), che peraltro anche riproduciamo.
«Premesso che con nota n° 19.589 del 3 agosto del 2010, il direttore ed editore del quotidiano “La voce di Manduria” fa presente a questo civico ente che il giornale compie un anno dalla sua prima pubblicazione; che per tale occasione il direttore intende festeggiare l’evento presso la masseria “Li Grazioli” con l’esibizione di gruppi musicali, ballerini ed intrattenitori, aperto a tutti coloro che volessero partecipare; che a tale scopo chiede un contributo economico per le spese organizzative della manifestazione».
Avete capito proprio bene: 300 euro come contributo perché il giornale doveva festeggiare il suo primo compleanno. Lo spieghiamo meglio: per festeggiare un compleanno, peraltro in una struttura privata e non in piazza, ci si rivolge all’Amministrazione e si ottiene un contributo, di 300 euro. Quale ritorno e quale vantaggio ha avuto l’Amministrazione spendendo questi soldi? Non ci è dato saperlo.
Questa notizia, chiaramente, non è mica apparsa sul giornale. Bisogna tenerla segreta. E con questa erogazione di soldi, l’Amministrazione non ha voluto premiare dei giornalisti “amici”. Ma che dite mai?
Eppure altre testate con sede in Manduria di compleanni ne hanno festeggiati molti di più, ma non hanno ricevuto mai neppure un euro per feste private. Come è giusto che sia.
Però chi ottiene soldi dall’Amministrazione per organizzare una festa di una ditta privata (qual è il giornale, che dovrebbe essere iscritto alla Camera di Commercio e avere una regolare partita Iva), è un giornalista libero e corretto. Un vero paladino della libertà di stampa. Chi, invece, ottiene un compenso per un lavoro, gradito o meno che sia, ma pur sempre un lavoro, quello è da mandare al rogo…
E a proposito di libertà di stampa, chi si indigna per i 500 euro lordi ricevuti da tre giornalisti è talmente libero da essere iscritto ad un partito politico…
Già, le concezioni sulla libertà di pensiero e di stampa sono davvero variegate.
Noi, chiaramente, ci siamo già rivolti ad un legale per verificare se ci sono gli estremi per la diffamazione (ne siamo convinti). Lo abbiamo fatto anche perché, al termine dell’intervento censorio, si auspicava il coinvolgimento di enti che controllino l’accaduto. Noi ci affideremo ad un giudice per capire chi ha sbagliato e chi no. Chi è libero e chi no.
Poi vorremmo che il Sel si esprimesse chiaramente: la posizione di questo suo iscritto è anche la posizione del partito? Oppure è una posizione personale? Gradiremmo che il Sel si esprimesse pubblicamente, perché le accuse sono gravi ed infamanti.
Se non dovesse esprimersi pubblicamente, dedurremo che la posizione del proprio iscritto è anche quella del partito…










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