lunedì 30 settembre 2024


24/04/2011 09:38:15 - Manduria - Attualità

Dalla Quaremma al week end di festa Pasquale

 
Se siete stanchi del solito ritornello “bella dentro è meglio che bella fuori”, adesso c’è quel che fa per voi: l’apoteosi della bruttezza in cui l’altezza non è il primo gradino della bellezza. Un po' befana, un po' chirurgia sì grazie, vive appollaiata agli angoli delle strade e sui balconi, appesa ai pali per accompagnare i quaranta giorni di restrizioni a tuttocampo.
É lei, la Quaremma, o Caremma, la simpatica vecchietta sorella a sorpresa delle Befana, simbolo per eccellenza del quaranta giorni di Quaresima del Salento ed oltre, fantoccio realizzato con materiali di risulta a tratti vintage, di bauli a prova di nonna, vestito di nero per penitenza e con uno sguardo tetro.
Il nome non certo di derivazione last minute dell’italico idioma, ma un cadeau dei soldati francesi in transito nelle nostre terre qualche centinaio di anni fa, che battezzarono questo pupazzo, Careme, da Quaresima francese, posto a guardia del Salento tra la fine del Carnevale e la fine del periodo di astinenza che precede la Pasqua vera e propria.
Ricca, mando a dirlo, la simbologia: nella mano destra l’arzilla vecchina ha un filo di lana attaccato ad un fuso ad indicare la laboriosità del tempo che scorre nel quotidiano, mentre nella mano sinistra porta un’arancia amara, la marangia, che funge da clessidra, amara come le restrizioni imposte nel periodo pre-pasquale dopo la grande abbuffata del Carnevale, vestito scuro e aria da penitente.
Nell’agrume sono inserite sette penne d’oca, corrispondenti alle sette domeniche di Quaresima, rimosse domenica dopo domenica. Vita breve quella della “nonnina te lu salentu”, signuriva duri sulu quaranta giurni, per poi finire bruciata e arsa viva, si fa per dire, su un palo, non appena le campane di mezzanotte, più che trasformare le carrozze in zucca, annunciano la Resurrezione di Gesù.
Tradizioni da spolvero annuale che rendono maggiormente appetibile l’offerta turistica made in Puglia, tirata a lucido per il welcome a turisti e visitatori, specie quest'anno in cui la Pasqua anticipa davvero l’inizio della bella stagione, visto il tardivo arrivo.
Complice il tempo doc, questo lungo week- end di festa offre l'occasione per fare i conti non con il virtuale viaggio nella globalizzazione targata Internet, ma per scoprire chicche della nostra regione da Sereno Variabile, che ancora sopravvivono grazie alle iniziative delle sedi locali delle Pro Loco, o di qualche intraprendente anziana disposta a fissare il tempo che fu per consegnarlo alle nuove generazioni.
Sentito grazie alla loro buona volontà seguito alla tenerezza della vecchina un po' befana, un po' scherzo della natura per qual fascino discreto della bruttezza, destinata al rogo per la gioia di tutti noi.
L’unico privilegio, che, a differenza nostra, risorge dalle sue ceneri...... Scusate se è poco.
 
Mimmo Palummieri










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