lunedì 30 settembre 2024
E’ una commedia promossa dalla struttura semplice di Oncologia del “Giannuzzi” e interpretata anche da ex pazienti…
Così é iniziato questo viaggio attraverso le parole, le
storie, le emozioni di un gruppo di donne che si sono ritrovate e hanno raccontato… la storia di Maria.
storie, le emozioni di un gruppo di donne che si sono ritrovate e hanno raccontato… la storia di Maria.In questo cammino la propria storia è diventata il nucleo da cui ripartire per riconoscere nuovamente se stessi e prendersi cura di sé, per poi andare incontro all’altro, alla sua storia, e capire che, anche nella malattia, non si è soli e che insieme ci si può aiutare, si può continuare a narrare per allentare la paura e ritrovare la speranza.
Un percorso volto a offrire uno spazio di ascolto e di cura, dove narrare e scrivere di sé e della propria malattia, intesa e vissuta come una “rottura biografica” che impone cambiamenti nell’organizzazione concreta della vita e mette in causa il senso dell’esistenza degli individui, il loro benessere, la qualità della loro vita.
La stesura della storia ha dato alle donne, che vi hanno preso parte, la possibilità di raccontare e narrare di sé: storie di vita, di scelte, di modifiche, storie improvvisamente interrotte dall’irruzione della malattia, il cancro, che scatena dolore, rabbia, disperazione, pianto e identità, alla ricerca di un nuovo senso di sé dentro una nuova condizione di vita. E’ proprio attraverso la parola detta e scritta, sussurrata e condivisa, il gruppo ha intrapreso il viaggio nel ricordo dell’esperienza della malattia per attraversarla, rielaborarla, oltrepassarla e aprirsi a nuove percezioni di sé e nuove possibilità. Al termine dell’esperienza di scrittura autobiografica, è nato il desiderio del gruppo di proseguire nel percorso. È così cominciato un altro viaggio: le stesse autrici sono diventate attrici e la loro voce è diventata corale, affinchè la forza e la speranza vincano sul dolore e la solitudine, e venga divulgato un messaggio di coraggio, consapevolezza, cura da far arrivare a tutte quelle storie e quelle sofferenze che non hanno avuto la possibilità di essere ascoltate e narrate.
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