lunedì 30 settembre 2024


04/05/2011 10:52:52 - Manduria - Attualità

Saranno eseguiti degli screening sanitari

 
Se la Storia cercava un pretesto per tornare alla tendopoli di Manduria, gli ultimi profughi, sbarcati nei giorni scorsi a Lampedusa, glielo hanno offerto. Saranno in 750, nella giornata di oggi, a varcare le soglie del Centro di accoglienza e identificazione costruito all’interno dell’ex aeroporto militare di Manduria, sulla strada che porta a Oria. Per loro subito esami sanitari così come disposto dalla stessa Protezione civile. Si tratta di uomini, donne, bambini, fuggiti dalla guerra e dalla miseria, non certo in ottime condizioni di salute.
La riapertura della tendopoli è stata decisa una settimana o poco più dallo stop temporaneo imposto dopo lo svuotamento del campo seguito alla partenza dei profughi tunisini. La Protezione civile, da qualche tempo, ha sostituito la prefettura nel ruolo istituzionale di supervisore delle sorti del campo. La destinazione prevista per la tendopoli messapica è quella di centro di accoglienza per le emergenze; quando, insomma, il numero dei disperati giunti sulle coste italiane si fa difficile da gestire. Il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, deve aver pensato proprio all’«emergenza» dei numeri quando ha disposto la riapertura temporanea di 72 ore del centro manduriano. Svuotare Lampedusa è tornata ad essere la priorità.
I profughi sono arrivati questa mattina alle 9,30 alla base navale di Chiapparo. Sono stati trasportati dalla nave «Moby Vincent» che imbarca, bene ricordarlo, gli ultimi 1500 immigrati della nuova ondata.
Non si tratta, questa volta, di tunisini ma di somali, eritrei, nigeriani, libici, cittadini dell’Africa subsahariana. In un lancio dell’agenzia Ansa, ieri pomeriggio, è stata confermata l’esigenza di sottoporre «ad uno screening sanitario» i profughi, valutando «le loro particolari esigenze prima di accompagnarli nelle strutture messe a disposizione dalle Regioni sul territorio italiano».
 La gestione della nuova emergenza sarà in collaborazione con la Regione Puglia, il ministero dell’Interno, le autorità locali, le associazioni di volontariato e umanitarie. Le forze dell’ordine garantiranno a pieno regime sia la sicurezza interna ed esterna al campo sia le procedure di identificazione dei profughi.
 
FULVIO COLUCCI










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