lunedì 23 settembre 2024
«Non attuate le misure atte a proteggere le aree protette e le riserve naturali dagli incendi»
«Non abbiamo più parole. Ogni anno, in primavera,
rivolgiamo interpellanze all’Amministrazione in carica, sollecitando misure atte a proteggere le aree protette e le riserve naturali dagli incendi: precese, fasce taglia-fuoco, pulizia dei cigli, torrette di avvistamento, ecc. Ogni anno riceviamo in risposta generiche rassicurazioni. Dopo qualche mese ci ritroviamo a commentare l’ennesimo rogo e a piangere l’ennesima devastazione. La Palude del Conte va a fuoco ad anni alterni, con agghiacciante regolarità. Ancora una volta nulla è stato fatto per impedirlo.
rivolgiamo interpellanze all’Amministrazione in carica, sollecitando misure atte a proteggere le aree protette e le riserve naturali dagli incendi: precese, fasce taglia-fuoco, pulizia dei cigli, torrette di avvistamento, ecc. Ogni anno riceviamo in risposta generiche rassicurazioni. Dopo qualche mese ci ritroviamo a commentare l’ennesimo rogo e a piangere l’ennesima devastazione. La Palude del Conte va a fuoco ad anni alterni, con agghiacciante regolarità. Ancora una volta nulla è stato fatto per impedirlo. Mancano i fondi: il ritornello, pronto a giustificare ogni inadempienza, è sempre lo stesso. Ma i fondi non mancano mai quando si tratta di asfaltare nuovi percorsi stradali inutili, di “cementificare” opere faraoniche quanto devastanti, di programmare ponti e trafori fantasmagorici, che succhiano denaro a palate prima ancora dell’ inizio dei lavori. Strano Paese questo che, mentre ha nelle bellezze del territorio la sua principale fonte di ricchezza,si sforza in ogni modo di distruggerlo. Strano paese, questo ( e parliamo della Puglia e della provincia di Taranto) che, mentre proclama la necessità di veicolare più agevolmente i flussi turistici, tramite la realizzazione di una nuova superstrada sulla fascia costiera, alacremente si adopera a cancellare ogni attrattività del territorio, mettendo a rischio la stessa balneazione, con la costruzione di un mega-depuratore, tecnologicamente vecchio di trent’anni. In questo contesto, quali speranze abbiamo che qualcuno degli Enti che ci governano trovi tempo e risorse, in termini di denaro e di intelligenza, per proteggere la macchia mediterranea, il paesaggio, la fauna, per educare i cittadini con campagne di sensibilizzazione, per attuare politiche di valorizzazione? Quali speranze abbiamo che la gente finalmente capisca che è nelle bellezze naturalistiche, insieme con quelle archeologiche e architettoniche, che risiede la nostra ricchezza e che distruggendole si autodistrugge?»
Esecutivo cittadino del Partito dei Verdi – Manduria
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