lunedì 30 settembre 2024


08/08/2011 06:30:06 - Manduria - Attualità

La lettera aperta di un nostro utente

 
L’Italia, è risaputo, è il giardino d’Europa perché boschi e spiagge fanno parte delle nostre risorse più rilevanti sia dal punto di vista ambientale-naturalistico che anche economico. Basti pensare che molti comuni italiani basano le loro economie prevalentemente sul turismo ambientale-paesaggistico e questo rappresenta in molti casi l’unica ricchezza che li fa sopravvivere.
Un esempio è San Pietro in Bevagna, frazione balneare sulla costa ionica del Salento del comune di Manduria, che si affaccia sul mar Ionio. Il centro di San Pietro in Bevagna è sorto molti secoli fa attorno alla Chiesa rupestre, detta Cripta del Redentore. La sua storia segue quella dell’apostolo Pietro che, secondo la leggenda, è approdato in seguito ad un naufragio nel punto in cui è sorta una piccola cripta bizantina, oggi chiesa dedicata al santo. Per secoli San Pietro in Bevagna è stato meta di pellegrinaggi verso questo Santuario. In seguito il mare cristallino, il paesaggio incontaminato e i prelibati prodotti tipici hanno contribuito a promuovere questa località in tutta la regione e non solo.
Le spiagge e la bellezza del suo mare sono una costante di tutto il paesaggio della Puglia meridionale. Le acque sono ricche di biodiversità animale e vegetale che è indice della nitidezza e pulizia di questi luoghi. Molti turisti, infatti, arrivano ogni inizio estate per godere di questo paesaggio e molti di questi hanno anche investito in immobili residenziali contribuendo con il versamento delle tasse (spazzatura, ici e così via) al sostentamento del piccolo paese.
Quest’anno la sorpresa che hanno trovato le genti di queste parti è documentato dalle fotografie scattate sulle spiagge. Non si può parlare certamente di inquinamento antropico ma le tante alghe che si sono accumulate sulla battigia spinte dalle correnti marine in tanti mesi possono diventare un grosso problema per la cittadinanza stagionale.
Le temperature estive decompongono la materia vivente sprigionando un lezzo che allontana i bagnanti. Inoltre, le montagne di alghe tendono con il tempo ad occupare sempre maggiore spiaggia. I villeggianti sono disperati e hanno inutilmente sollecitato il comune ad una pulizia veloce ed efficace del litorale dal momento che la stagione balneare è ormai al suo culmine. Bisogna anche ricordare al sig. sindaco che le entrate delle imposte comunali dovrebbero servire in estate soprattutto alla pulizia delle spiagge dal momento che il piccolo paese vive di turismo in questo periodo dell’anno e si popola praticamente solo in estate, mentre e diviene una frazione fantasma e deserta in inverno (le tasse invece vengono continuamente versate dai proprietari delle case estive).
A complicare la situazione turistica, ormai da anni, sono le promesse mancate dell’amministrazione sulla realizzazione di impianti fognari e sul collegamento di molte abitazioni all’acquedotto pugliese.
Ma la mia domanda è la seguente: ma perché non si viene incontro alla cittadinanza? Perché si vuole abbandonare questi luoghi di interesse anche religioso oltre che ambientale? Perché non si vuole investire in modo sano e responsabile? Ma a chi fa comodo questa situazione di disagio?
 
Michele Turturro










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