lunedì 30 settembre 2024


19/08/2011 18:48:38 - Manduria - Attualità

Un eloquente messaggio a Vendola: venga a Manduria a confrontarsi

 
Un “muro” umano, lungo quasi tre chilometri, di gente che, mano nella mano, ha voluto inviare un eloquente messaggio al governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola: la soluzione di scaricare a mare i reflui trattati dal depuratore consortile è invisa alla popolazione locale e ai turisti, attratti dalle acque cristalline di questo tratto di mare Jonio.
La prima forma di protesta, proposta dal comitato spontaneo di cittadini denominato “No scarico a mare”, ha ottenuto una convinta adesione della gente: non meno di 2.000 persone hanno unito il tratto di costa compreso fra “Quota 13” (il punto scelto dall’Acquedotto Pugliese per scaricare i reflui in mare, seppure attraverso una condotta sottomarina) e la zona della foce del fiume Chidro. Un tratto, quasi incontaminato, che sarebbe irrimediabilmente compromesso da questa sciagurata ipotesi progettuale.
«La scelta compiuta di un unico mega-impianto, che convogli tutti i reflui per poi depurarli, è sbagliata in partenza: meglio sarebbe stato progettare degli impianti singoli e di minori dimensioni, sicuramente meno impattanti sull’ambiente e sul paesaggio» è l’opinione del comitato “No scarico a mare”. «La necessità di adeguare l’impianto esistente a Manduria e di dotare Sava e le marine di Manduria di un adeguato sistema fognario è indiscutibile. Ma il saldo del rapporto costi-benefici del realizzando progetto è senz’altro negativo e non considerato nelle giuste proporzioni, viste le conseguenze devastanti sull’ambiente, sul turismo e sull’economia tutta del territorio, e considerato altresì che, in ogni caso, le abitazioni poste sulla fascia costiera solo in minima parte potrebbero essere collegate al nuovo impianto. In ogni caso, il recapito finale delle acque, una volta depurate, sia pure in Tabella 4, cioè al massimo grado previsto dalla legge, non deve essere il mare, sia pure tramite condotta sottomarina più o meno lunga: esse devono essere riutilizzate a fini irrigui, come il Piano Regionale di Tutela delle Acque prevede».
Alla prima manifestazione di protesta hanno partecipato gente del posto, ma anche tanti turisti, che ne hanno condiviso le motivazioni. Oltre a tutti gli attivisti del comitato (cui va il merito di aver creduto in questa iniziativa), hanno aderito anche numerose autorità. Fra queste, il presidente del Consiglio Comunale di Manduria, Leo Girardi, l’assessore all’Ecologia, Antonio Curri, il sindaco di Avetrana Mario De Marco, il suo vice Alessandro Scarciglia, gli assessori di Avetrana Antonio Minò e Enzo Tarantino, il presidente provinciale della Confcommercio, Leonardo Giangrande, il presidente della Riserva Naturale di Manduria, Alessandro Mariggiò.
Stamani, intanto, altro vertice a Manduria. Vi parteciperanno gli amministratori della città messapica e dei comuni di Maruggio, Avetrana, Torricella ed Erchie per definire una nuova manifestazione di protesta, programmata per il 28 agosto.

Nella galleria le altre foto della manifestazione











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